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2 agosto, il governo fa il bis: no a Bologna

Opposizione all’attacco. Bersani: “Sulla strage far emergere tutta la verità “. I parenti delle vittime: “Berlusconi non vuole che si parli di P2”. Fini: sostenere i familiari

Opposizione all’attacco. Bersani: “Sulla strage far emergere tutta la verità “. I parenti delle vittime: “Berlusconi non vuole che si parli di P2”. Fini: sostenere i familiari

BOLOGNA – Il governo Berlusconi fa il bis: nessun ministro sale per il secondo anno di seguito sul palco alla stazione. Bologna ricorda ancora, con rabbia e ostinazione, che nel 1980, nella sala di aspetto di seconda classe, ignari viaggiatori diretti in vacanza vennero falciati da una bomba. Le vittime furono 85, più di quelle rimaste sul terreno sotto i colpi di Breivik a Oslo. A Bologna sono passati 31 anni, ma la memoria non muore. Il 2 agosto è giorno di dolore e di polemiche per la giustizia che non ha raggiunto gli ideatori della strage, ma oggi la polemica è anche contro la scelta del governo di non inviare un ministro che dovrebbe rispondere alla domanda di giustizia delle vittime. Due anni fa Sandro Bondi fu subissato dai fischi della piazza, interruppe il discorso. I fischi c´erano stati anche per i ministri del centrosinistra, ma tanto è bastato per decidere lo stop. Non accetta però questa giustificazione Paolo Bolognesi, il presidente dell´Associazione dei familiari delle vittime, che attacca: «In realtà, il governo non partecipa alla cerimonia in ricordo delle vittime non tanto per i fischi, quanto perché Berlusconi non accetta che si parli di P2 e di segreti di Stato. È una ritorsione bella e buona».
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dice nel suo messaggio al sindaco Virginio Merola che è necessaria «ogni possibile forma di solidarietà e di sostegno ai superstiti e ai parenti delle vittime, che lo Stato ha il dovere di non lasciare mai soli». Il presidente di Sel Nichi Vendola ricorda le vittime «con lo sdegno per l´indifferenza del governo». Per la vicepresidente dei deputati del Pd Rosa Calipari è «mancanza di coraggio. Ricordare le vittime del terrorismo è un dovere da parte di qualsiasi governo, perché questo mantiene vivo il ricordo dei fatti e l´impegno a chiarire le responsabilità». E il sindaco Merola non accetta «una mancanza di riguardo e di rispetto per la città, una posizione miope». Bolognesi lo dirà oggi, che Berlusconi non ha nemmeno mantenuto le promesse fatte a maggio scorso, quando nel giorno della memoria di tutte le vittime del terrorismo «disse che avrebbe aperto gli armadi della vergogna, dovunque si trovino, per andare fino in fondo alle responsabilità». La Procura di Bologna, che sta chiudendo una fase di indagine sulla presunta pista palestinese (alternativa a quella «fascista» degli esecutori materiali e dei depistatori già condannati) non ha ancora ricevuto nessun documento dalla Presidenza del Consiglio o da altri ministeri.
All´Associazione ha mandato un messaggio di solidarietà il capo dello Stato Napolitano, oltre che i presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani. È ancora buio sui mandanti. Fini chiede che le istituzioni facciano luce «su una stagione di folle violenza terroristica che ha prodotto tanti lutti all´Italia». Interviene il segretario del Pd Pier Luigi Bersani: «È necessario andare a vedere chi mosse i fili. Oggi possiamo dire che la democrazia italiana ha resistito, ma a quale prezzo». Il ministro Gianfranco Rotondi, che fu accolto anche lui dai fischi, promette: «Parlerò con Berlusconi, per riaprire un tavolo di confronto con i familiari delle vittime».

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