No Tav tra scontri e boicottaggi

VAL SUSA Nuove scaramucce notturne attorno al cantiere. Oggi il corteo, il Pd invita a desistere
Il forfait del presidente della Comunità  montana Plano: «Rischio incidenti, non parteciperò anche se sono contro la Torino-Lione»

VAL SUSA Nuove scaramucce notturne attorno al cantiere. Oggi il corteo, il Pd invita a desistere
Il forfait del presidente della Comunità  montana Plano: «Rischio incidenti, non parteciperò anche se sono contro la Torino-Lione»

 È alta tensione in Val di Susa. Come se non bastasse, alla militarizzazione della valle si aggiungono commenti e proclami di politici («il pugno di ferro» invocato da Agostino Ghiglia, Pdl, per citarne uno) che non fanno altro che alimentarla. Oggi, a conclusione del campeggio di Chiomonte, è in programma la marcia da Giaglione a Chiomonte, che arriva dopo notti di scontri, tanti gas Cs lanciati alla Maddalena, perquisizioni e denunce nei confronti di attivisti No Tav. «Sarà un’iniziativa popolare, pacifica e determinata che permetterà di dimostrare, a chi invita a non venire ai cortei No Tav, che non conta nulla» ha sottolineato il comitato di lotta popolare di Bussoleno, che ha aggiunto: «La maturità del movimento va ben oltre gli auguri di chi gufa la sua morte».

Il Pd aveva invitato sindaci e cittadini a disertarla, lo stesso aveva fatto Antonio Ferrentino, consigliere provinciale di Sel. Ieri – ma non in linea con i «suggerimenti» dei dirigenti torinesi – è arrivato il forfait di Sandro Plano, presidente della Comunità montana: «Non parteciperemo né io né gli amministratori della Val di Susa. In questo momento, non ci sembra opportuna una manifestazione vicino al cantiere, un luogo oggetto di troppa tensione. C’è il rischio di nuovi incidenti». Amareggiato e critico per «le violenze degli ultimi giorni» rimarca la sua posizione: «Il nostro dissenso per la Torino-Lione continua e il rapporto con il movimento anche». Non sono stati gli inviti del segretario del Pd Bragantini a farlo desistere. Anzi, risponde un po’ stizzito: «Abbiamo la maturità per decidere autonomamente». E al collega di partito Stefano Esposito, deputato Pd, che lo ha accusato di «silenzio assordante» sui fatti di Chiomonte, dice: «La sua e’ un’inutile cagnara».
Il movimento, intanto, discute sul web e in assemblea. L’obiettivo è uscire dalla spirale di criminalizzazione mediatica. Ci si confronta, qualche volta ci si «scanna», su strategie e pratiche. Una cosa è certa: la mobilitazione non si ferma. Dopo il campeggio, ci saranno il presidio e altre iniziative: «È colpa dei No Tav se è rinata una speranza» recita una frase che da giorni campeggia su facebook e fa il verso al tormentone «è tutta colpa di Pisapia».
L’ironia è un’arma di difesa in una valle con i nervi scoperti. Per concludere il climax di tensione è arrivata in serata la dichiarazione del ministro dell’Interno, Roberto Maroni: «Domani (oggi, ndr) sarà la giornata clou. Siamo attrezzati a fronteggiare, come abbiamo fatto finora, la violenza di questi manifestanti» e ha annunciato per le prossime settimane «alcune iniziative per garantire la prosecuzione dei lavori e isolare i violenti». Le ha valutate ieri con il Prefetto di Torino, Alberto Di Pace, e ha precisato: «È stata fatta un’azione di prevenzione importante dal punto di vista info-investigativo» che «porterà buoni e importanti risultati per garantire la prosecuzione dei lavori».

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