Amnistia e depenalizzazione: il convegno dei Radicali al Senato

CARCERI Napolitano: «Un’emergenza assillante che ci umilia»

CARCERI Napolitano: «Un’emergenza assillante che ci umilia»

 «La questione del sovraffollamento nelle carceri è un tema di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile. Un abisso separa la realtà carceraria di oggi, che ci umilia in Europa, dal dettato costituzionale. È un’emergenza assillante, dalle imprevedibili e al limite ingovernabili ricadute, che va affrontata senza trascurare i rimedi già prospettati e in parte messi in atto, ma esaminando ancora con la massima attenzione ogni altro possibile intervento. Non escludendo pregiudizialmente nessuna ipotesi che possa rendersi necessaria». È un intervento affatto scontato, quello con il quale ieri mattina Giorgio Napolitano ha aperto il convegno «Giustizia! In nome della legge e del popolo sovrano», organizzato dal Partito Radicale transnazionale e transpartito nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, a Roma, sotto l’alto patrocinio della Presidenza della Repubblica e il patrocinio del presidente del Senato Renato Schifani. «La questione del sovraffollamento nelle carceri è un tema di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile. Un abisso separa la realtà carceraria di oggi, che ci umilia in Europa, dal dettato costituzionale. È un’emergenza assillante, dalle imprevedibili e al limite ingovernabili ricadute, che va affrontata senza trascurare i rimedi già prospettati e in parte messi in atto, ma esaminando ancora con la massima attenzione ogni altro possibile intervento. Non escludendo pregiudizialmente nessuna ipotesi che possa rendersi necessaria». È un intervento affatto scontato, quello con il quale ieri mattina Giorgio Napolitano ha aperto il convegno «Giustizia! In nome della legge e del popolo sovrano», organizzato dal Partito Radicale transnazionale e transpartito nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, a Roma, sotto l’alto patrocinio della Presidenza della Repubblica e il patrocinio del presidente del Senato Renato Schifani. ROMA

Dunque, nessuna ipotesi è da scartare a priori, nemmeno l’amnistia, il provvedimento tampone proposto dal leader Radicale Marco Pannella che solo con uno sciopero della fame durato 91 giorni è riuscito ad aprire un dibattito pubblico sullo stato di illegalità in cui versa l’Italia a causa del suo sistema giuridico e carcerario. Il capo dello Stato riconosce a Pannella di aver «sempre avuto un suo singolare timbro di assoluta autonomia dalle logiche di schieramento, di intransigenza morale e di forza mobilizzatrice che è andata ben oltre i limiti del partito o dei raggruppamenti di avanguardia da lui guidati». È un vero tributo «delle istituzioni repubblicane», quello che Napolitano offre a lui e alle battaglie Radicali votate ai «diritti costituzionali e al progresso civile».
Sotto lo stesso segno anche il convegno che ha visto ieri la partecipazione di molte cariche istituzionali e alte autorità e che continuerà oggi con una sessione di dibattito tra gli operatori di giustizia e coloro che più direttamente si occupano di detenuti e carcere. Praticamente tutti i relatori di ieri individuano come problema principale della giustizia italiana la lungaggine dei processi, oltre il dettato costituzionale; l’abuso e al contempo l’incertezza della pena; l’uso spropositato della custodia cautelare e il difficile ricorso alle misure alternative. Quasi tutti parlano di depenalizzazione dei reati minori come strumento per diminuire la popolazione carceraria. Però solo Valerio Spigarelli, presidente delle camere penali, riesce a nominare la legge antidroga o l’ex Cirielli. «Vedete? Qui tutti più o meno sono d’accordo su quali siano i mali del sistema ma allora perché non agiamo? Perché siamo tutti troppo occupati a fare leggi ad personam e non abbiamo tempo per altro», spiega l’avvocato Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera. Che, a proposito di processo breve e poi lungo parla di «schizofrenia» del Parlamento: «Se la lungaggine dei processi è il problema perché si mette la fiducia sulla legge allunga processi?». Invece Franco Ionta, capo dell’amministrazione penitenziaria, va per conto suo e continua imperterrito a parlare di piano di edilizia carceraria, aumento degli organici di polizia, ricorso a nuove tecnologie. Fa una proposta nuova, però, sul problema delle «traduzioni di detenuti da un carcere a un altro»: «Vanno fatte con gli aerei».

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Opg
Sotto sequestro

 È con «estremo orrore» che il capo dello stato Giorgio Napolitano guarda ai «residui ospedali psichiatrici giudiziari, inconcepibile in qualsiasi Paese appena appena civile». E ieri il presidente della Commissione d’inchiesta sul Ssn, Ignazio Marino, ha annunciato di aver effettuato «nuovi sopralluoghi a sorpresa in alcuni Opg» e di aver disposto il sequestro di 49 celle, «aree dell’Opg di Montelupo Fiorentino in Toscana, e Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia».

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