Il tribunale di Budapest ha assolto il 97enne. L’accusa: contribuì a un massacro nel 1942
La procura serba per i crimini di guerra insoddisfatta ricorrerà in appello contro la sentenza
Insoddisfazione in Serbia e al Centro Wiesenthal per l’assoluzione a Budapest di Sandor Kepiro (97 anni), ritenuto responsabile di crimini di guerra commessi in Serbia nel 1942. Esultano gli ultranazionalisti.
Il tribunale di Budapest ha assolto il 97enne. L’accusa: contribuì a un massacro nel 1942
La procura serba per i crimini di guerra insoddisfatta ricorrerà in appello contro la sentenza
Insoddisfazione in Serbia e al Centro Wiesenthal per l’assoluzione a Budapest di Sandor Kepiro (97 anni), ritenuto responsabile di crimini di guerra commessi in Serbia nel 1942. Esultano gli ultranazionalisti.
L’ungherese Sandor Kepiro, 97 anni, considerato uno degli ultimi criminali di guerra nazisti ancora viventi, è stato assolto dall’accusa di complicità in crimini di guerra avvenuti in Serbia nel 1942 da un tribunale di Budapest. Kepiro era ac-
cusato di complicità nell’eccidio di almeno 1.200 civili, tra ebrei e serbi, commesso tra il 21 e il 23 gennaio 1942 a Novi Sad, oggi in Serbia ma all’epoca annesso dall’Ungheria che era alleata della Germania nazista. L’imputato, che s’è sempre professato innocente, rispondeva personalmente della morte di 36 vittime di cui, secondo l’accusa, aveva ordinato l’esecuzione sommaria. Durante il processo alcuni storici, interpellati dal tribunale come periti, hanno rilevato che alcuni documenti sui quali si basava l’accusa erano incompleti o inficiati da cattive traduzioni.
Il Centro Simon Wiesenthal, che conduce la caccia ai nazisti, aveva piazzato Sandor Kepiro in testa alla sua lista di ricercati nazisti. Il suo dirigente Efraim Zuroff ne aveva trovato le tracce a Budapest nel 2006. Sandor Kepiro era stato già condannato a 10 anni di carcere nel 1944 da un tribunale militare, ma la sentenza era stata annullata dalle autorità dell’epoca. Nel 1946, poi, un tribunale dell’Ungheria comunista l’aveva condannato in contumacia. Kepiro, tuttavia, s’era dato latitante essendo scappato in Argentina, dove era rimasto fino al 1996.
UNA DERIVA PERICOLOSA
Non è questo che l’ultimo segnale di un Paese che sta virando pericolosamente verso l’estremismo di destra. Un anno fa il suo partito ultranazionalista (Fidesz) ha stravinto le elezioni, riuscendo ad occupare i due terzi del Parlamento. Da allora, il primo ministro Viktor Orban ha lanciato una campagna contro l’aborto, sfidando più volte l’Unione europea, di cui ha la presidenza di turno e a cui ha detto «di non credere, credendo soltanto nell’Ungheria». Al suo governo si deve anche la riscrittura completa della Costituzione da parte del solo partito di maggioranza. Nel nuovo testo, che entrerà in vigore dal 2012, lo Stato non è più definito nei termini di una repubblica, ma di una nazione politica con radici etniche e cristiane, in cui Dio e l’appartenenza alla razza magiara sono i valori fondamentali, mentre i diritti delle minoranze non vengono nemmeno presi in considerazione. In alcuni passaggi s’intravede perfino la rivendicazione dei territori sottratti al Paese dopo la prima guerra mondiale, oggi divisi fra Serbia, Romania, Croazia e Slovacchia. L’Esecutivo ha anche autorità in materia sociale e fiscale e soprattutto sui media. La stampa è nazionalizzata e messa alle dipendenze della Mti, una nuova agenzia finanziata dallo Stato. Per non parlare della campagna contro i rom, che ha portato nelle regioni settentrionali alla creazione di pattuglie paramilitari, forti tensioni e violenze sulle minoranze locali, ma anche la vittoria domenica alle elezioni anticipate in quelle municipalità da parte dei partiti ultranazionalisti.
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