Morto l’ex dittatore Bordaberry, uno dei pochi a pagare qualcosa

Uruguay / FU IL PRESIDENTE-BURATTINO DEI MILITARI
Non gli era servita la Ley de impunidad per il terrorismo di stato sostenuta anche da Mujica, il presidente ex-tupamaro

Uruguay / FU IL PRESIDENTE-BURATTINO DEI MILITARI
Non gli era servita la Ley de impunidad per il terrorismo di stato sostenuta anche da Mujica, il presidente ex-tupamaro

 L’ex-dittatore uruguayano Juan María Bordaberry è morto domenica a Montevideo. Aveva 83 anni. E’ morto a casa sua ma casa sua gli deve esser sembrata una prigione: arrestato, dopo un lungo periodo di confortevole oblìo, e condannato a 30 anni per il suo ruolo, quando era presidente-burattino, in assassinii e desapareciones, e per aver violato la costituzione, nel 2007 (giustamente) gli era stato riconosciuto il diritto agli arresti domiciliari per via dell’età.

Il colorado Bordaberry fu eletto presidente nel ’71, un periodo di grande turbolenza politica in America latina e anche in Uruguay, dove era molto attiva la guerriglia urbana dei Tupamaros. Nel ’73, l’anno del golpe Pinochet in Cile, Bordaberry si piegò ai militari, sospese la costituzione, bandì i partiti politici e dissolse il Congresso. Finché, nel ’76, l’anno del golpe in Argentina, i militari licenziarono anche lui e, con il generale Gregorio Alvarez, si presero tutto il potere, fino all’85. Fra il ’73 e l’85 in Uruguay il terrorismo di stato provocò intorno alle 200 vittime, fra ammazzati e desaparecidos. Che, analogamente a quanto è avvenuto poi in Brasile (anche nel Brasile di Lula e di Dilma…) e al contrario di quanto è avvenuto in Argentina e Cile, non hanno avuto giustizia grazie all’impunità di stato prevista dalla Ley de caducidad, presentata in tutta fretta nell’85 dal primo presidente post-dittatura, Sanguinetti. Per due volte si è tentato di abrogarla, con referendum popolari nel 1989 e nel 2009, e per due volte quall’infame legge ha tenuto. Nonostante che la Corte suprema uruguayana l’abbia dichiarata incostituzionale (aprendo se non altro la strada ai giudizi «caso per caso», come quello che ha incastrato Bordaberry), nonostante che la Corte inter-americana per i diritti umani abbia «ordinato» all’Uruguay di investigare e giudicare i crimini del terrorismo di stato, nonostante che nel maggio scorso – finalmente – fosse sembrato che il Fronte amplio (la coalizione di centro-sinistra al governo) si decidesse al gran passo con una legge che annullasse quell’obbrobrio.
Invece la defezione all’ultimo minuto del congresssista del Fronte amplio Victor Scarponi sancì il risultato di 49 a 49 e la permanenza della legge. Per la felicità non solo dei vecchi criminali impuniti ma anche del presidente Pepe Mujica che (purtroppo) era contrario all’abolizione della Ley de impunidad («voltare pagina»). E di Eleuterio Fernandez Huidobro, dimessosi dal senato come protesta per l’iniziativa di abrogare l’impunità («un errore politico») e nominato venerdì ministro della difesa. Mujica, Huidobro, Scarponi tutti e tre del Fronte amplio, tutti ex-tupamaros, tutti con anni di carcere e torture durante la dittatura.

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