Compagni, nemici per la pelle

VENDOLAMANIE
 «A Repubblica.it non hanno niente da scrivere. Parlano tanto e hanno redazioni piene di precari costretti a scrivere queste stupidaggini anziché cose serie». La tempesta sul web, alla quale questo post – tratto dal sito di Sel – si riferisce, è roba di ieri.

VENDOLAMANIE
 «A Repubblica.it non hanno niente da scrivere. Parlano tanto e hanno redazioni piene di precari costretti a scrivere queste stupidaggini anziché cose serie». La tempesta sul web, alla quale questo post – tratto dal sito di Sel – si riferisce, è roba di ieri. Anzi della settimana scorsa. Alla presentazione del libro di Goffredo Bettini Al di là dei partiti, Nichi Vendola avrebbe detto: «Nel Pci mi dicevano che non si doveva dire amico, che bisognava dire compagno. Ho passato tutta la vita a ripetermi questa frase. Ma ora ho capito che era una stronzata, perché è stato un alibi per molti crimini. Io preferisco stare con molti amici, che mi aiutano a crescere». Da qui il titolo di Repubblica.it: «Vendola dice addio ai compagni e scoppia la polemica».
La polemica. Eccola. Sul sito di Sel c’è chi spende a mo’ di clava Berlinguer, Enrico. E cita: «Secondo qualcuno il nostro partito dovrebbe finire di essere diverso, dovrebbe cioè omologarsi agli altri partiti. (…) Ma ciò sarebbe il gesto suicida di un idiota». Chi invece alza la voce: «Caro Nichi, con tutto il rispetto, sono un tuo compagno, non un tuo amico. P.S.: un’altra sparata e mi sa che riconsegno la tessera». Chi ricorre alla moral suasion, tra compagni: «Facciamo così: la parola ‘compagno’ dev’essere come il tuo amatissimo orecchino. La testimonianza concreta che, malgrado sia necessario fare dei buoni compromessi per governare, i ‘signori della borghesia’ la nostra anima non n’avranno mai. Ci stai?».
Non mancano tuttavia i favorevoli. La critica alla doppia morale veterocomunista ha ancora i suoi sostenitori: «È chiaro che, quando smobiliti delle certezze e il guscio in cui ci si è cullati per non dare conto alla propria coscienza, le reazioni sono di isteria. Ognuno/a pensi per sé, e si chiami o chiami l’altro/a come meglio crede». Fino al disarmante, ma pure comprensibile: «Io ho 25 anni e la parola compagno non l’ho mai usata, mi sa un po’ troppo di vecchio». Del tutto fuori tema, ma interessante per capire cosa può succedere nel tetris della Rete: «Questa nostra ansia di chiamare il presidente del Partito ‘Nichi’, come se fosse un mio parente, un mio vicino di casa, è la stessa dei berluscones che chiamano B. ‘Silvio’». O no?
Fermare una tempesta sul web, sia pure una tempesta nel classico bicchier d’acqua, è impossibile. A volte è decisamente pericoloso. «Nel giorno in cui il governo e il Parlamento si apprestano a votare una manovra economica che peserà in maniera drammatica sulle famiglie italiane – così ha scritto Vendola al blog (Politica Pop) che ha rilanciato la sue dichiarazioni – addolora molto che i virtuosi del capovolgimento del significato delle parole possano trovare così tanto spazio nei media, e nei social network». E continua: «Non ho mai rinunciato a una parola che mi accompagna sin da quando ero ragazzino: compagno. Parola che trovo bellissima, e che significa spezzare il pane insieme».
Ha funzionato? Non ha funzionato? Raccogliamo altri post dal sito di Sel, scritti dopo l’intervento di rettifica di Vendola. I più danno corpo al mezzo complotto in atto: «Non c’è dubbio che contro Nichi (e contro Sel) si stia adottando una variante ‘democratica’ del metodo ‘Boffo’ fondata sul logoramento mediatico e sullo sgretolamento della speranza di rinnovamento che Sel e, soprattutto, Vendola rappresentano». Un po’ di ironia ce la mette il ‘compagno Stefano’: «Bene la rettifica, ma smettiamola di fare queste uscite compagno Vendola». Non è convinto affatto Antonello: «Forse a qualcuno non piacerà quello che sto per scrivere, ma la metamorfosi vendoliana è la stessa di quella del Pds-Ds-Ps. L’amico Nichi è sulla buona strada». E infine: «Aspetto con ansia l’affermazione che il Comunismo ‘è il male assoluto’».
Resta solo da calcolare quanta influenza abbia avuto sul dibattito l’apparizione a tradimento della parola «stronzata», rispetto all’opposizione «compagno vs amico», che in effetti un po’ vetero lo è.

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