Compagno

VUOTI DI MEMORIA
 Questa settimana, agli impiegati delle compagnie di autobus di Pechino è stato ordinato di sostituire l’obsoleto termine «compagno» con nushi (signora) e xiansheng (signore), nel caso debbano rivolgersi ai passeggeri. Rivolgersi a un «compagno» implica un’ideologia condivisa e un eguale sostegno al movimento comunista, cosa oggi francamente lontana dalle giovani generazioni.

VUOTI DI MEMORIA
 Questa settimana, agli impiegati delle compagnie di autobus di Pechino è stato ordinato di sostituire l’obsoleto termine «compagno» con nushi (signora) e xiansheng (signore), nel caso debbano rivolgersi ai passeggeri. Rivolgersi a un «compagno» implica un’ideologia condivisa e un eguale sostegno al movimento comunista, cosa oggi francamente lontana dalle giovani generazioni. «C’è qualcosa di inopportuno, di disonesto nell’uso eccessivo del termine compagno, salvo che la persona che tu chiami compagno condivida davvero il tuo ideale politico», dice Wang Xuetai, professore dell’Accademia Cinese di Scienze Sociali. «Compagno» ricorda un’era perduta dei parchi di Pechino, quando le coppie di anziani vestite con la giacca maoista e un thermos di thè scendevano dal bus per passare la giornata sulle panchine. E’ ancora d’uso comune rivolgersi a loro col termine «lao tongzhi» o «vecchio compagno», ma agli impiegati delle compagnie di autobus è stato detto che «anziano signore» o «anziano maestro» sarebbe preferibile. Le fonti ufficiali non aggiungono granchè, ma il termine «compagno» nel frattempo è diventato sconveniente perchè nello slang chinese significa «gay». Guidatori e bigliettai cinesi sono stati inoltre istruiti a usare «prego» e «grazie», nell’ambito della campagna che la Cina sta conducendo per internazionalizzare la sua cultura.
(Reuters/Hindustan Times; 6 aprile 2010)

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