Indagini partite dal cellulare sotto controllo di un "torturatore" di Bolzaneto. Intercettati al telefono mentre pattugliano la città  in divisa. confessano al collega di essersi drogati solo qualche minuto prima. Da dieci a venti poliziotti rischiano la sospensione Anche due agenti fra gli spacciatori ">

Polizia choc, agenti drogati in servizio

Indagini partite dal cellulare sotto controllo di un “torturatore” di Bolzaneto. Intercettati al telefono mentre pattugliano la città  in divisa. confessano al collega di essersi drogati solo qualche minuto prima. Da dieci a venti poliziotti rischiano la sospensione Anche due agenti fra gli spacciatori

Indagini partite dal cellulare sotto controllo di un “torturatore” di Bolzaneto. Intercettati al telefono mentre pattugliano la città  in divisa. confessano al collega di essersi drogati solo qualche minuto prima. Da dieci a venti poliziotti rischiano la sospensione Anche due agenti fra gli spacciatori

Poliziotti in servizio, sotto l’effetto della cocaina. Intercettati al telefono mentre pattugliano la città in divisa e confessano al collega di essersi drogati solo qualche minuto prima. “Mi sono appena “fatto” di cocaina”, dicono almeno un paio di loro: le conversazioni rientrano nell’indagine su di un traffico di stupefacenti che stamani ha portato all’esecuzione di undici misure di custodie cautelare. Tra le persone arrestate per spaccio di droga ci sono due poliziotti genovesi che attualmente lavorano presso questure della Lombardia e del Piemonte. Ma la procura del capoluogo ligure ha anche spiegato che tra i clienti dei trafficanti, protagonisti di numerose feste private a base di cocaina, ci sarebbero “da dieci a venti poliziotti in servizio presso gli uffici della questura di Genova”. Tutti gli agenti sono stati segnalati alla locale prefettura in qualità di consumatori di sostanze stupefacenti.

L’inchiesta, coordinata dal pm Vittorio Ranieri Miniati, è stata aperta in maniera del tutto casuale nell’estate del 2007. Gli investigatori avevano allora messo sotto controllo il telefono cellulare di Massimo Pigozzi, uno dei “torturatori” della caserma di Bolzaneto. Pigozzi nel luglio scorso è stato condannato a tre anni e due mesi di reclusione – pena prossimamente prescritta – per aver “strappato” la mano di un no-global, divaricandogli le dita fino a lacerare la pelle e i legamenti. Il poliziotto, attualmente sospeso dal servizio, ero però finito nei guai anche due anni fa perché accusato di aver violentato nelle guardine della questura genovese tre prostitute straniere. Ed è proprio nel corso di questa indagine che erano state disposte le intercettazioni sul telefonino suo e di alcune persone a lui vicine.

Ascoltando diverse chiacchierate, gli investigatori hanno scoperto un “giro” di cocaina che coinvolgeva più di un poliziotto – non Pigozzi – come spacciatore o consumatore. Secondo la procura, la mini-organizzazione di cui facevano parte come intermediari gli agenti arrestati, gestiva un traffico di due etti di cocaina alla settimana. La droga se la procurava un pregiudicato finito a sua volta in prigione, e veniva quasi sempre distribuita nel corso di feste tra amici organizzate a Genova e nel Tigullio. Stamani sono scattate le misure cautelari: cinque persone sono finite in galera, una agli arresti domiciliari, per altre cinque sono scattati gli obblighi di dimora. Le perquisizioni negli appartamenti degli indagati avrebbero permesso di recuperare un considerevole quantitativo di stupefacente.

Vale la pena di ricordare che giusto un anno tre ispettori della squadra mobile genovese, sezioni “narcotici”, erano stati condannati a trent’anni complessivi di reclusione (ridotti a diciotto in appello) per aver venduto grossi quantitativi di droga sequestrata nel corso di operazioni di polizia.

“Mele marce. Che vanno subito eliminate. Aspettiamo il rapporto della procura e faremo tutti gli accertamenti del caso. Se davvero i nostri agenti si sono drogati, verranno immediatamente sospesi”. Salvatore Presenti, questore di Genova, sottolinea che tutta la polizia – e in particolare quella del capoluogo ligure – è “sana e professionale”.

“Lo dimostrano i risultati di tutti i giorni. E’ però possibile che qualcuno commetta degli errori. Del resto, noi non arruoliamo gente che viene da altri pianeti. I nostri uomini sono figli di questa società. Ma loro non hanno scusati, non hanno giustificazioni. E se sbagliano, pagano. Pagano più degli altri, se è il caso. Non si può essere indulgenti, con chi porta la divisa e ha due volte il dovere di comportarsi bene, di dare l’esempio”.

Presenti ha confermato l’arresto dei due poliziotti genovesi, attualmente in servizio in due diverse questure (Lodi, Asti): “Erano aggregati nel capoluogo ligure, quando sono rimasti coinvolti nei fatti oggetto dell’indagine”.

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password