Assolto il procuratore di Pinochet “Non uccise il prete italo-cileno”

Per Podlech i pm romani avevano chiesto l’ergastolo. La rabbia dei parenti di Venturelli 

ROMA – La procura aveva chiesto l´ergastolo. La Corte d´Assise di Roma ha assolto Alfonso Podlech, ex procuratore militare di Temuco, con formula piena: non ha commesso il fatto. Non fu lui ad uccidere l´ex sacerdote italo-cileno Omar Venturelli nel settembre 1973, pochi giorni dopo il colpo di stato di Pinochet. Il collegio, presieduto da Anna Argento, ha bocciato l´accusa di sequestro di persona (estinto per prescrizione) e quella di strage (in Cile questo reato non esiste). Una sentenza che ha fatto calare il gelo nell´aula: delusi i parenti dei desaparecidos che hanno partecipato a quasi tutte le udienze. Disperate e in lacrime Fresia Cea e Maria Paz, moglie e figlia di Venturelli.
Podlech, che da ieri è un uomo libero, era stato arrestato nel luglio del 2008 a Madrid su mandato di cattura internazionale. Secondo il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, titolare del fascicolo (che con ogni probabilità impugnerà la sentenza), avrebbe avuto un ruolo importante nella scomparsa di un numero imprecisato di persone “ostili” al regime. Tra queste, anche Venturelli, il quale, all´indomani del golpe, si era presentato spontaneamente al Reggimento Tucapel di Temuco insieme alla moglie per sottoporsi ad accertamenti: la donna fu liberata dopo due giorni, lui fu arrestato e sparì nel nulla.
La storia dei desaparecidos e dei loro presunti assassini non finisce qui. La posizione di Podlech, infatti, è stata separata da quella di altre 138 persone, tutte indagate nell´ambito del cosiddetto “Piano Condor”, inchiesta su 140 esponenti delle giunte militari e dei servizi di sicurezza di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay, Perù e Uruguay in carica tra gli anni ‘70 e ‘80. A loro, a vario titolo, si contesta di avere avuto una parte nella morte di 25 cittadini di origine italiana uccisi durante la repressione degli oppositori.