Addio ad Aldo Togliatti figlio infelice del Migliore

La scomparsa ieri, a 86 anni, dopo un lungo ricovero in casa di cura. L’infanzia difficile a Mosca, il destino segnato dalla malattia mentale 

La scomparsa ieri, a 86 anni, dopo un lungo ricovero in casa di cura. L’infanzia difficile a Mosca, il destino segnato dalla malattia mentale 

«I figli dei più autorevoli dirigenti delle Botteghe Oscure – ha scritto Miriam Mafai – furono infelici». Ieri è morto, a 86 anni, il più infelice di tutti: Aldo Togliatti, anzi Aldino, o Aldolino, là dove il diminutivo non riesce comunque a riscattare una triste nascita, con il papà rinchiuso nel carcere; e poi un´infanzia ancora più disgraziata, piccolo vagabondo della rivoluzione sballottato da papà Palmiro e mamma Rita Montagnana tra Mosca e Parigi: sempre solo nelle cupe stanze e polverose dell´hotel Lux, affidato a gente che aveva altro a cui pensare, una scodella di minestra nerastra, la kascia, alla mensa dell´asilo dell´Internazionale; e poi come se non bastasse quel leggendario incidente che proprio a lui venne attribuito in tenera età, di aver gettato per gioco nella stufa della casa parigina la busta con i soldi destinati alle attività clandestine del Centro Estero del Pci.
Povero bimbo, davvero, pover´uomo e anche povero vecchio. Dopo che fu «scoperto» nel 1993 in una clinica per malattie mentali di Modena, indicato senza cognome nel tabellone dei pazienti di “Villa Igea”, mostrava un´impressionante somiglianza con il padre, «ma in più un´incertezza nello sguardo – è sempre la Mafai in Botteghe Oscure, addio, (Mondadori, 1996) – un´esitazione nel passo, qualcosa di irreparabilmente vacillante».
In un´epoca meno attenta ad addolcire le parole Aldo o Aldino era «il figlio matto di Togliatti». Schizofrenia con spunti autistici, secondo la diagnosi. In realtà anche prima di essere ricoverato nel 1981, viveva a Torino con la madre come una specie di spettro di cui solo pochi compagni sapevano. Il Migliore d´altra parte era ormai da diversi anni a Roma con la Iotti, aveva sì questo cruccio, ma in qualche modo se n´era fatto una ragione, in seguito avrebbe anche adottato una bambina, e comunque allora queste cose restavano ai margini della scena pubblica.
La fine delle ideologie, per una volta, e l´odierno trionfo dei sentimenti consentono invece di riconoscere dietro al segreto di quest´uomo malato e a capo chino una storia terribile, un´anima sacrificata sull´altare di qualcosa che oggi non si comprende. Perché, sebbene devastato dalle peregrinazioni dell´esilio, Aldo Togliatti era genialoide e coltissimo, aveva la passione della scienza, dei numeri e dell´ingegneria, giocava a scacchi da solo, parlava bene quattro lingue: «Ha letto più libri di me – diceva il padre – ma non riesco a capirlo».
In Italia provarono a farlo studiare, ma nelle aule si metteva il più lontano possibile seguendo la lezione con un binocolo. Poi lo impiegarono nella Società Idroelettrica Piemontese, ma niente: non parlava, restava asserragliato nel suo mondo. E quindi di nuovo lo spedirono nei paesi dell´Est a curarsi. In un bel libro di memorie, Quando le Botteghe erano oscure (Il Saggiatore, 1997), l´allora segretario di Togliatti Massimo Caprara, che lo accompagnò a Praga, ha raccontato di aver avuto l´impressione che Aldo non fosse comunista.
Anche questo sospetto non dovette giovargli. Si scrisse che aveva delle crisi mistiche, argomento pericoloso. Per due volte disperatamente cercò di scappare. In America, in piena Guerra Fredda. Una volta lo ritrovarono a Le Havre; un´altra volta, nel 1958, a Civitavecchia: e qui il particolare, presunto e struggente ad un tempo, è che volesse raggiungere Disneyland.
Quando Rita Montagnana morì, rimase da solo un paio d´anni a Torino, poi il Pci chiese ai compagni modenesi di trovargli una sistemazione, a Villa Igea. Qui, sempre più muto, ogni settimana l´ex operaio metalmeccanico Onelio Pini, andava portargli le Stop senza filtro e la Settimana Enigmistica. Alla fine si era affezionato ad Aldino. Fu lui a dirgli che l´Urss non c´era più. L´ha anticipato in cielo di qualche anno.

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