Cronistoria di una violenza

La lotta per fermare opere che degradano il territorio e la vita delle comunità  che lo abitano non prevede black bloc per assalti ai poliziotti. Quando i governi sono sordi e ciechi si muove la gente comune: madri, padri, nonni, giovani e famiglie intere diventate attivisti della società  civile, come accade nel resto del mondo. E si muovono i gruppi ambientalisti. Le strategie sono diverse ma se c’è violenza è contro di loro. Un po’di memoria.

La lotta per fermare opere che degradano il territorio e la vita delle comunità  che lo abitano non prevede black bloc per assalti ai poliziotti. Quando i governi sono sordi e ciechi si muove la gente comune: madri, padri, nonni, giovani e famiglie intere diventate attivisti della società  civile, come accade nel resto del mondo. E si muovono i gruppi ambientalisti. Le strategie sono diverse ma se c’è violenza è contro di loro. Un po’di memoria.
1985, Mururoa, Oceano Pacifico. La nave di Greenpeace, la “Rainbow Warrior” disturba i test nucleari e i servizi segreti francesi la fanno saltare in aria. Muore un fotografo. 1988, Brasile. Chico Mendes viene ucciso da fazenderos in Amazzonia. 1990, California. Judi Bari, leader di Earth First!, scampa fortunosamente all’esplosione della sua auto, secondo l’FBI un incidente mentre trasportava tritolo per un attentato. E’riconosciuta vittima di una messa in scena. Della stessa FBI o dell’industria che tagliava le sequoie? Inchiesta ancora aperta. 1995, Nigeria. Lo scrittore Ken Saro-Wiwa viene impiccato dal regime militare dopo un processo sommario. Difendeva l’etnia Ogoni dai petrolieri. 1999, Colombia. La guerriglia armata delle Farc uccide un ambientalista e due rappresentanti dei diritti umani vicini alla lotta degli indigeni U’wa contro le trivelle della Oxy. 2000, Cochabamba, Bolivia. In migliaia manifestano contro la privatizzazione dell’acqua. L’esercito spara, 5 morti e molti feriti. 2000, Goteborg, Svezia. La polizia ferisce gravemente un giovane no global. 2001, G8 Genova. Mattanza di gente normale che manifestava pacificamente. Carlo Giuliani muore colpito da un carabiniere. Svaniti i black bloc.
Le strategie delle comunità per difendere foreste, fiumi, paesaggi, montagne, mari, wilderness, beni comuni e diritti naturali, sono simili nel mondo: tenaci e nonviolente. Abbracciare alberi o viverci sopra, bloccare miniere, fare catene umane, marciare, attivare la solidarietà in rete, cercare sponde nelle istituzioni, studiare e sperimentare alternative. Le associazioni e i piccoli gruppi ambientalisti sono protagonisti di azioni dimostrative spettacolari, riprese dai mass media, o alla Guerrilla Gardening, che semina piante negli spazi pubblici abbandonati. Disobbediscono, persino alle leggi che vietano di allattare al seno in pubblico o di stendere i panni al sole, e occupano le strade pedalando in massa. Usano anche pratiche forti ma senza mai fare del male alle persone. Earth First! metteva barre d’acciaio negli alberi per rompere le motoseghe, poi, dopo il ferimento di un operaio, decise di abbandonare quella strategia. Animal Liberation apre le gabbie delle cavie. I Diggers vivono sugli alberi per salvarli dal taglio. La “Sea Shepherd” di Paul Watson, fuoriuscito da Greenpeace, dà la caccia alle baleniere e a volte le affonda, senza vittime, ma Islanda e Giappone non lo hanno mai denunciato perché verrebbe fuori che sono i due Stati ad agire nell’illegalità, violando la moratoria. Watson ora può contare anche su una diffida del governo australiano al Giappone. E la giurisprudenza sta cambiando: una sentenza inglese ha assolto gli ambientalisti che avevano fermato una centrale a carbone perché hanno agito “per un bene comune superiore”.

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