DIARIO DI BORDO DALLA «STEFANO CHIARINI»
DIARIO DI BORDO DALLA «STEFANO CHIARINI» Corfù. L’allarme è scattato questa notte. Intorno alle 4, sotto un improvviso scroscio di pioggia estivo, la ragazza bosniaca e i due attivisti italiani, durante il loro turno di guardia a bordo della «Stefano Chiarini» ancorata nella baia, hanno sentito il rumore di una barca veloce nell’oscurità. Poco dopo hanno udito un altro rumore, stavolta proveniente da sotto lo scafo della barca, e visto delle bolle d’acqua apparire sulla superficie del mare. «I mozzaeliche, ci sono i mozzaeliche» come sono stati affettuosamente soprannominati i misteriosi subacquei che in questi giorni si dedicano appunto alla amena attività di tagliare le eliche. Le due lance della Guardia marina greca, subito allertate, hanno illuminato l’acqua con i loro riflettori, ma dei mozzaeliche nessuna traccia. Stamattina (ieri per chi legge) altri sub si sono calati in acqua per verificare se ci fossero stati danneggiamenti alla nave. Macché, tutto a posto.
L’arcano si è risolto più tardi quando un tecnico ha scoperto che bolle e rumore altro non erano che l’effetto di risucchio dello scarico del bagno della nave. La tensione che era salita tra i pacifisti si è sciolta in ilarità. Anche se certi falsi allarmi sono piuttosto comprensibili dopo le due autentiche azioni di sabotaggio andate a buon fine in pochi giorni, l’episodio è indiscutibilmente comico. Intanto sono arrivati oggi qui, a Corfù, sei degli attivisti irlandesi che erano sbarcati sulla «Saoirse» sabotata in Turchia.
Purtroppo le notizie che giungono da Atene non hanno invece niente di comico. Dopo che Netanyahu ha inviato un messaggio di ringraziamento a diversi governi, incluso quello greco, per l’atteggiamento assunto verso la Freedom Flotilla, quest’ultimo ha pensato bene di dimostrare ulteriormente il proprio zelo tramite un comunicato ufficiale del ministero degli interni dove si dichiara che le navi dei pacifisti non sono autorizzate a salpare per Gaza e che nel caso tentassero di farlo sarebbero fermate dalla Marina militare greca. Questa mattina (per chi legge ieri) gli attivisti della nave Usa «Audacity of hope» avevano manifestato insieme ad altri di diverse nazionalità davanti all’ambasciata americana di Atene per chiedere al loro governo di far rispettare alle autorità greche il loro diritto di salpare, la nave batte bandiera a stelle e strisce. Come unica risposta hanno ottenuto uno schieramento di reparti antisommossa della polizia ellenica che li ha rudemente fatti allontanare dall’ingresso della sede diplomatica. Vista l’uscita della dichiarazione del ministero degli interni greco, dopo aver avvertito le autorità portuali del Pireo che il protrarsi della permanenza della nave nel porto rappresenta un rischio per la stessa esponendola a tentativi di sabotaggio, intorno alle 18 ora locale, la «Audacity of hope» ha deciso di levare comunque le ancore e tentare di prendere il mare. È stata intercettata e bloccata da uomini armati della guardia costiera dopo meno di 20 minuti di navigazione. Dalla nave fanno sapere di essere fermamente intenzionati a lasciare le acque greche e che il tentativo sarà quindi ripetuto. Anche le altre navi della Flottiglia ancorate nel Pireo sono ora presidiate dalla polizia grecainclusi i due cargo, quello greco e quello dell’European Campaign. Intorno alle 21.30 ora locale arriva la notizia che anche la nave canadese la «Tahrir» – ancorata a a Creta – ha tentato di salpare, bloccata dalla guardia costiera. Militari armati della marina greca sono saliti a bordo. La situazione di stallo che si era verificata sino ad ora sta subendo una brusca accelerazione in senso negativo. Adesso sono i militari greci che fanno il lavoro di quelli israeliani. Il blocco navale di Gaza si è esteso così fino alle coste del Mediterraneo.
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