La piazza dell’indignazione

Il presidio di precari e movimenti che oggi vogliono «sfiduciare» il governo. Lancio di libri nella piazza del Parlamento contro «la dismissione della scuola pubblica»

Il presidio di precari e movimenti che oggi vogliono «sfiduciare» il governo. Lancio di libri nella piazza del Parlamento contro «la dismissione della scuola pubblica»

ROMA – Piazza dell’Indignazione Precaria. È stata ribattezzata così, Piazza Montecitorio dove, ora dopo ora, va crescendo la mobilitazione contro un palazzo che «ancora una volta colpirà il mondo precario». Perché se i precari della scuola, nonostante il sole cocente in una piazza quasi senza ombra, sono in presidio da sabato scorso e la giornata dell’Indignazione Precaria di domenica ha dato l’idea della rabbia pronta a esplodere oggi in piazza, ieri sera decine di precari, studenti e attivisti dei moviementi si sono radunati in presidio a Piazza Montecitorio.
«Siamo pronti a passare la notte in attesa di sfiduciare il governo Berlusconi». Sfiducia, di piazza, che inizierà stamattina alle 9. «Indignazione precaria – la migliore Italia scende in piazza in rete con le indignate e gli indignati d’Europa contro l’austerity», si legge su uno dei tanti striscioni appesi nella piazza. «Se pensate che l’istruzione sia costosa provate l’ignoranza», riporta il gazebo dei precari della scuola. Così ieri mattina durante la discussione del voto di fiducia del Decreto Sviluppo i precari della scuola hanno lanciato contro Montecitorio decine di libri per protestare contro «un sistema che mentre preferisce mantenerci precari, sta dismettendo la scuola pubblica» denunciano dal coordinamento.
Sono in tanti, tra i presenti in piazza, gli insegnanti «abilitati» precari in attesa di poter entrare nelle graduatorie ad esaurimento per l’immissione in ruolo. Carola Salvati, del Coordinamento nazionale formaziona primaria, ha in mano un Ivanoe di Scott tutto consumato agli angoli per il colpo subito dopo il lancio in direzione Montecitorio mentre ci spiega come «ci sono centinaia di precari che chiedono la regolamentazione di una situazione che vede insegnanti con uguali requisiti scartati solo a causa dell’anno di iscizione». Come Gabriele Giombini, abilitato per la classe di concorso in strumento musicale, che lavora «da cinque anni su cattedre vacanti senza avere la possibilità di diventare di ruolo». Così, se l’approvazione del Decreto Sviluppo, «in cui è stata cancellata qualsiasi tipo di tutela per i precari» denuncia Emanuela, fa infuocare la piazza dell’indignazione, all’ordine del giorno della discussione della gente riunita in Piazza Montecitorio c’è anche un paese in crisi «che dovrà affrontare una finanziaria che taglierà servizi e farà pagare la crisi ai lavoratori» denuncia Francesco Cori del Coordinamento Precari Scuola.
Intanto, quando è da poco passato mezzogiorno, un centinaio di persone in corteo che protestano contro un «ingiusto» sistema di risarcimento per le vittime del sangue infetto raggiunge Piazza Montecitorio, aumentando l’indignazione della piazza. Ora dopo ora sale il livello di partecipazione. Verso sera si raggiunge il culmine: sono circa le 19 quando l’attore teatrale Ulderico Pesce prende parola con un monologo sul tema del diritto allo studio. «Sono qui perché dal racconto del contadino del sud degli inizi del ‘900 che non aveva accesso allo studio, protagonista di un mio spettacolo, a mia sorella, attualmente medico precario anche se laureata a pieni voti, voglio sostenere a gran voce una piazza che si ribella» ci spiega, confessando di voler girare le casse dell’amplificazione verso Montecitorio.
E mentre il manifesto va in stampa, gli artisti, per la maggior parte precari, che da giorni occupano il Teatro Valle, si apprestano ad animare una piazza sempre più piena di manifestanti pronti a presidiare il Palazzo per tutta la notte. Tra loro, San Precario che da domenica, giornata dell’Indignazione Precaria, è rimasto al presidio, gli studenti universitari che riempirono le strade dell’autunno anti-Gelmini, i movimenti romani della rete Roma Bene Comune che lunedì hanno occupato un deposito Atac nella Capitale, nel quartiere San Paolo, «come tappa fondamentale di un percorso che ci porterà all’assedio precario del Parlamento». Accanto a uno striscione universitario, un cartellone che riporta un’ipotetica prima pagina di giornale con tutte le notizie delle rivolte degli ultimi mesi, dal Maghreb alla Grecia passando per la Spagna, racconta di una piazza di «indignados» italiana. «Piazze che parlano di un rifiuto della precarietà a cui questo Governo con la complicità di Confindustria e di tutti i poteri forti, ci vorrebbero condannare sempre di più» spiegano gli studenti di Atenei In Rivolta, Unicommon, Link e dall’Assemblea di medicina di Roma.
Oggi in piazza anche precari e strutturati del Pubblico Impiego, del lavoro privato e gli ex Lsu aderenti all’Unione Sindacale di Base. Per stamattina, la chiamata è rivolta alla parte migliore del paese. Obiettivo di Piazza dell’Indignazione Precaria è «sfiduciare questo Governo dal basso».

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