La cronaca cittadina di questi giorni ci sta fornendo nuovi elementi sul «Laboratorio Nero» di Alemanno: assegnazioni di case a militanti di Casa Pound e del Popolo di Roma, concerti e presentazioni di libri neofascisti targati Estate Romana, speculazioni commerciali in aree occupate da Casa Pound con l'avallo del Comune di Roma. Così l'occupazione di CasaPound chiamata «Area 19» si è magicamente trasformata in una discoteca per  giovani della Roma-bene.

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Alemanno sfila davanti alle croci celtiche

La cronaca cittadina di questi giorni ci sta fornendo nuovi elementi sul «Laboratorio Nero» di Alemanno: assegnazioni di case a militanti di Casa Pound e del Popolo di Roma, concerti e presentazioni di libri neofascisti targati Estate Romana, speculazioni commerciali in aree occupate da Casa Pound con l’avallo del Comune di Roma. Così l’occupazione di CasaPound chiamata «Area 19» si è magicamente trasformata in una discoteca per  giovani della Roma-bene.

La cronaca cittadina di questi giorni ci sta fornendo nuovi elementi sul «Laboratorio Nero» di Alemanno: assegnazioni di case a militanti di Casa Pound e del Popolo di Roma, concerti e presentazioni di libri neofascisti targati Estate Romana, speculazioni commerciali in aree occupate da Casa Pound con l’avallo del Comune di Roma. Così l’occupazione di CasaPound chiamata «Area 19» si è magicamente trasformata in una discoteca per  giovani della Roma-bene.

Per di più, il posti ha persino cambiato nome: adesso si chiama «Stazione Nord». Ma di tutto questo avremmo tempo di parlare con calma in una nuova puntata della nostra inchiesta. Adesso commentiamo un’altra bella pensata del sindaco: ci è parso impossibile non commentare il quadro di famiglia della «destra plurale» che si è visto ieri a Piazza Vescovio per l’inaugurazione del monumento al militante del Fronte della Gioventù Francesco Cecchin.

Walter Veltroni dedicando una via a Walter Rossi, Valerio Verbano e Paolo Di Nella inaugurò la «toponomastica della pacificazione», in linea con una retorica che non aiuta a capire e storicizzare gli «anni di piombo», ma che serve solo ad una generica condanna della «violenza politica» e al ricordo «delle tragedie degli anni settanta», oltre a proporre Veltroni ancora una volta come il «sindaco di tutti». Un’idea che è stata sconfitta alle ultime elezioni comunali.

Sulla stessa linea retorica ha provato a muoversi in questi giorni Gianni Alemanno facendo anche esplicito riferimento al suo predecessore, come argomenta in una lettera apparsa ieri sulla cronaca cittadina del Corriere della Sera rispondendo ad una missiva pubblica che esprimeva parere contrario al monumento di alcuni suoi illustri concittadini, tra di essi i registi Ettore Scola, Paola Comencini e Citto Maselli.

Al di là delle intenzioni pronunciate dal sindaco l’inaugurazione di ieri ha avuto un sapore decisamente diverso da quelle pacate e istituzionali di Veltroni: ieri Alemanno, il ministro Giorgia Meloni e molti esponenti del Pdl cittadino e regionale hanno partecipato ad una cerimonia con un picchetto d’onore militaresco schierato e le bandiere con la croce celtica appese da Forza Nuova su tutta la piazza.

Alemanno e con lui tutto un pezzo del Pdl che affonda le radici nella comune militanza missina, ieri sono andati a commemorare ed omaggiare la propria storia orgogliosi di poterlo fare avendo raggiunto un ruolo di governo e di potere, e senza nessun imbarazzo di trovarsi fianco a fianco con chi per Fiuggi non è passato neanche a sciacquarsi le mani. D’altronde la famiglia è la famiglia e di lei non ci si può vergognare

Piazza Vescovio non è una piazza o una via come un’altra a Roma, ma è un luogo storico per l’estrema destra romana, tutt’ora luogo di ritrovo per questa, pensiamo ad esempio al famigerato pub Excalibur e alla sede di Forza Nuova. Da questa piazza partì quattro anni fa il raid contro la festa dell’Arci a Villa Ada compiuto con mazze, coltelli e bastoni. Ma su le violenze squadriste degli eredi del Fronte della Gioventù ieri schierati militarmente a salutare il «camerata Cecchin» e il loro sindaco, Alemanno non ha sentito il bisogno di proferir parola.

Può sembrare cosa normale, possiamo esserci abituati persino a noi osservatori critici ma oramai assuefatti ad un partito di governo che flirta senza problemi con il neofascismo. Ma in quasi tutto il resto del continente un sindaco di centrodestra di una grande metropoli che partecipa ad una cerimonia in una piazza riempita da bandiere con le croci celtiche è cosa inconcepibile.

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