La sfida di Zapatero “Il corpo di Franco via dal mausoleo”

La Valle de los Caìdos dovrebbe diventare un luogo per onorare tutte le vittime della Guerra civile Ma in difesa del luogo caro ai nostalgici insorge Carmen, l’ottuagenaria figlia del dittatore spagnolo

La Valle de los Caìdos dovrebbe diventare un luogo per onorare tutte le vittime della Guerra civile Ma in difesa del luogo caro ai nostalgici insorge Carmen, l’ottuagenaria figlia del dittatore spagnolo

È l´ultimo strappo alla transizione “morbida” che sul finire degli anni Settanta, dopo la morte del dittatore Francisco Franco, trasformò la Spagna in una monarchia costituzionale. Con la legge sulla “memoria storica” il premier socialista Zapatero ha fatto rimuovere dalle piazze delle principali città le numerose statue del Caudillo e altre immagini della dittatura franchista sopravvissute nell´era democratica. Ora lancia l´ultimo assalto al simbolo più crudele e brutale del trionfo delle truppe golpiste sull´esercito repubblicano nella Guerra Civile del 1936-39: el Valle de los Caìdos. Sessanta chilometri a nord di Madrid, nella sierra del Guadarrama, scavato nella roccia c´è il mausoleo, che sotto una lastra di granito da 1500 chili, conserva le spoglie di Francisco Franco. In questi giorni è stata formata una commissione, composta da storici, giuristi e religiosi, che entro il prossimo novembre dovrà pronunciarsi sul trasloco dei resti del dittatore per trasformare la «valle dei caduti» in un luogo dove onorare tutte le vittime della Guerra Civile.
Il principale ostacolo alla trasformazione della vallata da simbolo franchista in un luogo di riconciliazione è la figlia ultraottantenne di Franco, Carmen. Ma il futuro è già deciso e Ramon Jauregi, il ministro alla Presidenza del governo Zapatero, si augura che i resti del dittatore possano traslocare entro la primavera del 2012, prima della fine della attuale legislatura. Il loro destino più probabile è il cimitero di El Pardo, dove si trova già la tomba della moglie, Carmen Polo, e il trasferimento potrebbe essere l´ultimo atto del governo di José Luis Rodriguez Zapatero che non ripresenterà la sua candidatura alle prossime elezioni.
Costruito con il lavoro forzato di migliaia di prigionieri politici, el Valle de los Caìdos è rimasto, a quasi 36 anni dalla morte di Franco (20 novembre 1975), un luogo intoccabile. Prima di Zapatero hanno tentato di trasformarlo senza successo sia Adolfo Suarez, il primo capo di un governo democratico, sia Felipe Gonzalez. Nel complesso si trovano una Abbazia benedettina e una Basilica scavata nella roccia dove ci sono le tombe di Franco e di José Antonio Primo de Rivera, il fondatore della Falange spagnola.
Insieme a quelle di altri 40mila militari dei due schieramenti che si fronteggiarono nella Guerra Civile. I fascisti con nome e cognome, i repubblicani senza identità, la maggior parte fucilati e riesumati dalle fosse comuni per essere sepolti accanto ai loro aguzzini. Sopra la Basilica sorge la Croce cristiana più alta del mondo, 150 metri, visibile da oltre 40 chilometri di distanza.
Per la Spagna democratica «la valle dei caduti» è una ferita anche perché ogni anno è meta di pellegrinaggi e luogo d´incontro per i nostalgici della dittatura. Ma non tutti sono d´accordo con Zapatero. Il presidente del Parlamento, il socialista Josè Bono, ha detto in proposito che «il momento di lottare contro Franco è finito nel 1975, quando morì». Nonostante consideri superflua l´idea di spostare la tomba di Franco, Josè Bono ha approfittato della polemica per attaccare gli storici della Real Accademia colpevoli, proprio in queste settimane, di aver pubblicato una biografia molto agiografica dell´ex dittatore.

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