NO TAV. Anche noi con il popolo dei beni comuni

La vittoria del referendum è stata un atto di volontà  che ha tramutato in risultato la splendida mobilitazione del popolo dell’acqua e il nascente movimento antinucleare, conditi da un sano anti-berlusconismo. Non ha vinto il Pd e nemmeno Di Pietro che ha cavalcato la spinta referendaria. Ha perso Berlusconi e la sua cricca. Hanno perso Chicco Testa e Veronesi che insieme al buon ex ministro Scajola non hanno avuto la decenza di stare zitti nemmeno ieri. Ha vinto il popolo dei beni comuni, che ha trovato un elemento di ri-aggregazione intorno ai quesiti referendari.

La vittoria del referendum è stata un atto di volontà  che ha tramutato in risultato la splendida mobilitazione del popolo dell’acqua e il nascente movimento antinucleare, conditi da un sano anti-berlusconismo. Non ha vinto il Pd e nemmeno Di Pietro che ha cavalcato la spinta referendaria. Ha perso Berlusconi e la sua cricca. Hanno perso Chicco Testa e Veronesi che insieme al buon ex ministro Scajola non hanno avuto la decenza di stare zitti nemmeno ieri. Ha vinto il popolo dei beni comuni, che ha trovato un elemento di ri-aggregazione intorno ai quesiti referendari.

In Val di Susa abbiamo festeggiato di buon gusto. Non solo perché anche a noi i temi del referendum stavano particolarmente a cuore, ma perché vedere il popolo ricostituirsi tale ci ha fatto sentire in compagnia. Il movimento No Tav è un piccolo grande popolo del bene comune. Difendere la terra, le risorse naturali, i soldi pubblici e non per ultima la dignità è quello che facciamo tutti i giorni andando alla Maddalena e tutte le notti chiudendo le barricate.
La nostra lotta, con umiltà e una buona dose di sogni, ha la capacità di incarnare gli stessi temi e gli stessi principi che hanno caratterizzato questa splendida mobilitazione. Il concetto di pubblico, di collettivo, di salubre, di onesto e di comune sono alla base delle nostre bandiere con un treno crociato. È che non ci possiamo permettere di aspettare, siamo costretti ad agire per rendere questa battaglia un po’ meno impari di come si presenta. Dopo aver dimostrato che fermarlo è possibile nel 2005, e avere riacceso una speranza in tutta Italia, vedendo fiorire, ispirate a noi, mille lotte per la difesa del territorio, siamo rimasti attenti e vivi. Ci sembra di rivedere quella scintilla oggi dopo questo risultato, del quale anche noi godiamo ma non fino in fondo perché aspettiamo da un momento all’altro le truppe di Maroni. Vorremmo che quella strada fosse percorsa da questo nuovo popolo. La nostra lotta non è solo della Val di Susa, ma di tutti e tutte quelli che credono che non si possa rinunciare alla libertà e alla dignità tanto facilmente. Come ci ha detto la Fiom al presidio della Maddalena: «Siamo fratelli di lotta e nella lotta» del grande popolo dei beni comuni.

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