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Slogan e colori nelle piazze d’Italia “Uniti su acqua, nucleare, giustizia”

Da Milano a Roma a Palermo, le ore decisive per il Sì. Nello stand del Pd bandiere ripiegate: meglio lasciarle lì per non “imporre” il segno del partito. Tuffi nelle fontane, rose nelle scuole, ritmi di samba: tante idee per riempire le urne

 

Da Milano a Roma a Palermo, le ore decisive per il Sì. Nello stand del Pd bandiere ripiegate: meglio lasciarle lì per non “imporre” il segno del partito. Tuffi nelle fontane, rose nelle scuole, ritmi di samba: tante idee per riempire le urne

 

ROMA – A colpire sono i colori: il giallo delle bandiere di Legambiente e delle magliette referendarie, l´arancione ereditato dalla Milano di Pisapia e dalla Napoli di de Magistris, l´azzurro dell´acqua, bene comune insidiato, e poi anche il verde degli innamorati sponsor di una natura sempre più umiliata. Ultime ore prima del voto. Le piazze italiane del sì sono multicromatiche, assolate, cariche di aspettativa. Non c´è un cuore della partecipazione ma tanti eventi. Ritmo di samba a Napoli, buffet referendari ad Aosta, rose rosse e bianche distribuite nelle scuole di Cagliari, tuffi nelle fontane come quello, gioioso, di alcuni ragazzi milanesi a Piazza Castello. Musica dappertutto, vicino al teatro Massimo di Palermo e, per nove ore di fila, a piazza del Popolo a Roma. Una piazza che stenta a riempirsi sotto la canicola ma che regala un clima allegro, di speranza. «Si balla, si canta, si vota», è il titolo della manifestazione dei comitati promotori per il sì.
I politici giù dal palco, niente bandiere di partito, anche se il Psi, in crisi di astinenza da sventolìo, affida a tre coraggiosi il compito di tenere alto il vessillo di famiglia. «Questa volta i socialisti non andranno al mare, ma si recheranno alle urne a votare», annuncia con una certa ironia Bobo Craxi, figlio di Bettino. Arriva il segretario del Pd Pierluigi Bersani mentre sul palco è il momento di Moni Ovadia che dice: «Il legittimo impedimento è lui, è Silvio Berlusconi, che impedisce illegittimamente a noi cittadini di vivere e godere serenamente della democrazia».
Andare a votare per cambiare il Paese, per fermare uno scenario, quello sul nucleare e le sue scorie ineliminabili, e quello sull´acqua, forzosamente esposta ai profitti dei privati, che non è giusto lasciare in eredità ai figli. La mettono così in parole e musica. Si alternano al microfono Claudio Santamaria e Piergiorgio Odifreddi, Andrea Rivera e i Tetes de bois, Teresa De Sio e Er Piotta. In altre zone di Roma i comitati referendari stanno animando il gran finale della campagna, Sel ha la sua festa di partito con Nichi Vendola, mentre la destra antinucleare si è organizzata da sola. Serena dispersione anche se c´è chi rimpiange la manifestazione unica e imponente, ed evoca i faticosi rapporti tra comitati e partiti. «Ci avessero chiesto un consiglio per l´organizzazione glielo avremmo dato volentieri», commenta Guglielmo Epifani che, insieme a Susanna Camusso, in elegante abito blu, transita a sole calante, nel backstage di piazza del Popolo. Nello stand del Pd, le bandiere sono ripiegate e fanno mucchio sul selciato. E´ arrivato l´ordine di lasciarle a terra perché in questa campagna non deve imporsi il partito o il solo centrosinistra. Chiunque può far suoi i temi del referendum e convergere sui quattro sì. Bersani suggerisce di «mettere la sveglia» e andare a votare subito, domani. Il verde Bonelli invita a cercare dieci nomi da contattare sull´agenda. Sono le ultime ore per convincere chi non si è ancora convinto. Ecco «la filastrocca dei quattro sì» scritta a mano e appesa in piazza del Popolo: «Oggi prima d´annà ar mare passa ar seggio elettorale pe´ votà sur nucleare! Quattro sì ca a matita….Berluscò pe tte è finita!»
Mentre Greenpeace riveste di striscioni i luoghi più famosi d´Italia, dal campanile di San Marco al Colosseo, a Milano attori e comici si riuniscono al teatro Ciak. Ancora: sulla barca «Il Polpo», a 300 metri dalla costa di Capalbio, spunta un grande striscione contro il nucleare. La centrale di Montalto è a due passi e Legambiente arringa i clienti dell´«Ultima Spiaggia».
C´è voglia di stare insieme, c´è speranza che, nonostante l´oscuramento mediatico interrotto solo da pochi giorni, la gente abbia capito e decida di scegliere il proprio futuro. Ieri sera, a Torino, una grande scritta illuminava le acque del Po vicino alla chiesa della Gran Madre: «Prova a fermarmi». Un modo per suggerire il sì ai referendum sull´acqua.

 

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