I blitz di Greenpeace, gli appelli dei vescovi

Striscioni su San Marco, Ponte Vecchio e Colosseo, sconti elettorali sullo spritz… Nuovi richiami in alcune diocesi italiane

 

Striscioni su San Marco, Ponte Vecchio e Colosseo, sconti elettorali sullo spritz… Nuovi richiami in alcune diocesi italiane

 

Feste in musica, flash mob, promesse di consumazioni gratis e tanto altro ancora, da un capo all’altro della penisola. Nell’ultimo giorno della campagna informativa, la promozione dei referendum non ha conosciuto soste. Si va dagli ennesimi, pacifici blitz di Greenpeace con striscioni no nuke su monumenti simbolo di Venezia, Firenze e Roma (campanile di San Marco, Ponte Vecchio e Colosseo), alla meritoria decisione degli esercenti veneti di premiare chi voterà ai referendum con sconti su spritz, caffè e libri, previa naturalmente l’esibizione della tessera elettorale ben timbrata.
A Firenze non si è ancora spenta l’eco della festa di giovedì con 4mila persone in piazza Santa Maria Novella, che è subito arrivata un’altra festa in piazza Ghiberti con altre migliaia di partecipanti. Ad Aosta invece un gruppo di musicisti valdostani si è esibito nel salotto cittadino di piazza Chanoux, dove è stato offerto un “buffet referendario spontaneo”. Poco più a sud, nella Torino capitale sabauda, l’ultimo atto della campagna è stata la proiezione notturna sulle acque del Po della scritta “Prova a fermarmi”. Niente feste in Trentino Alto Adige ma “solo” il doppio, concomitante appello al voto del governatore altoatesino Dunrwalder e di quello trentino Dellai. In Veneto la festa finale è andata in onda a Mestre, con musica fino a tarda notte, mentre a Bologna l’appuntamento finale è stato in piazza Maggiore con in testa il neo primo cittadino Virginio Merola.
Infaticabile come sempre, Rosy Bindi ha battuto in lungo e in largo la Basilicata per promuovere la partecipazione: al mattino a Matera con il sindaco Adduce, in serata a Scanzano Jonico che per gli orgogliosi cittadini lucani è luogo simbolo della loro lotta anti-nucleare. In Calabria si sono mossi in tandem i Verdi e i comitati referendari; in Puglia gli studenti che si sono tuffati nella fontana di piazza Umberto davanti all’ateneo barese, srotolando lo striscione «Un tuffo al quorum: l’acqua è di tutti, 4 sì per i beni comuni». La Sardegna l’ha detto con i fiori: tremila rose bianche e rosse, colori della bandiera isolana, sono state distribuite in alcune scuole e nelle piazze delle principali città per convincere gli elettori a votare sì contro il nucleare. Infine la Sicilia, con dodici gruppi sul palco fino alla mezzanotte vicino al teatro Massimo di Palermo, e la serata musicale a Menfi nell’agrigentino, capofila delle battaglie per l’acqua pubblica. Fra gli ultimi appelli a «informarsi e partecipare» – anche con esplicitì sì su acqua e nucleare – quelli delle diocesi o direttamente dei vescovi di Padova, Torino, Campobasso e Nocera.

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