Prima vinciamo, poi vigiliamo

Fino a due settimane fa, in pochi avrebbero scommesso un soldo bucato sul fatto che in così tanti sarebbero saltati sul carro referendario. Invece, più ancora che il disastro di Fukushima, il ribaltone elettorale ha prodotto il miracolo. Ma c’è da chiedersi: di vero miracolo si tratta? Andando a scomporre le prese di posizione degli ultimi giorni, infatti, balzano agli occhi alcuni particolari significativi.

Fino a due settimane fa, in pochi avrebbero scommesso un soldo bucato sul fatto che in così tanti sarebbero saltati sul carro referendario. Invece, più ancora che il disastro di Fukushima, il ribaltone elettorale ha prodotto il miracolo. Ma c’è da chiedersi: di vero miracolo si tratta? Andando a scomporre le prese di posizione degli ultimi giorni, infatti, balzano agli occhi alcuni particolari significativi.

 Il primo è che il governo è in evidente difficoltà: ha capito che la botta potrebbe essergli fatale e, come si direbbe in gergo calcistico, fa melina aspettando che passi la nottata. Il secondo è che in difficoltà sono anche tanti altri, e lo testimonia il fatto che le dichiarazioni di voto sono praticamente tutte «a titolo personale» e con mille distinguo. Il terzo dettaglio è che i cosiddetti «poteri forti» (la Confindustria, la Chiesa) non stanno tutti dalla stessa parte e in ogni caso si distinguono dal governo. Perfino gli industriali, facendo appello a votare no, rinunciano a fare da stampella all’esecutivo. Facendo un po’ di dietrologia, potremmo pensare che i segnali della «spallata» ci sono tutti. In questo quadro, i comitati promotori si sono sentiti scippati delle loro intenzioni e hanno visto negata loro visibilità a favore di partiti che fino a ieri avevano snobbato. Ma ora non è il tempo delle polemiche. I movimenti dovrebbero incassare il risultato ottenuto, che in ogni caso è una vittoria: di aver costretto il Paese a discutere di temi fondamentali come il nucleare e l’acqua pubblica, anzi di aver reso senso comune il fatto che non tutto può essere messo sul mercato; e di aver trascinato le forze politiche sulle loro posizioni, anche loro malgrado. Da martedì lo scenario cambia. E allora bisognerà stare attenti a non farsi scippare l’esito del voto. Alcuni abbracci potrebbero risultare fatali.

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