E alla fine la promozione è arrivata. Da qualche giorno Spartaco Mortola, l’ex capo della Digos di Genova ai tempi delle violenze del G8, è dirigente superiore della polizia di stato. Ovvero questore, anche se non è detto che gli sia assegnata subito una sede operativa. Mortola è stato condannato a 3 anni e 8 mesi in appello per le violenze alla scuola Diaz e a un anno e 2 mesi per induzione alla falsa testimonianza, quando, stando alla sentenza, indusse l’ex questore di Genova a cambiare la propria versione dei fatti al processo.
E alla fine la promozione è arrivata. Da qualche giorno Spartaco Mortola, l’ex capo della Digos di Genova ai tempi delle violenze del G8, è dirigente superiore della polizia di stato. Ovvero questore, anche se non è detto che gli sia assegnata subito una sede operativa. Mortola è stato condannato a 3 anni e 8 mesi in appello per le violenze alla scuola Diaz e a un anno e 2 mesi per induzione alla falsa testimonianza, quando, stando alla sentenza, indusse l’ex questore di Genova a cambiare la propria versione dei fatti al processo.
Escludendo il coinvolgimento dell’allora capo della polizia Gianni De Gennaro. Mortola aveva già fatto uno scatto di carriera dopo il 2001, diventando vice questore a Torino. Dove le polemiche l’hanno seguito, durante le proteste anti Tav. Un anno fa il suo nome è finito in una lista di persone che a maggio 2011, appunto, avrebbero partecipato a Roma al corso di formazione propedeutico alla promozione a dirigente superiore.
Mortola, tra le altre condanne, è stato giudicato colpevole anche per le falsità sostenute sul ritrovamento delle bottiglie molotov alla Diaz, fondamentali per giustificare l’irruzione e sostenere che fosse la base operativa dei Black bloc. Il processo ha dimostrato che furono portate da agenti che le avevano sequestrate in piazza. Nella scuola, disse Mortola al processo, c’erano «circa 50 persone a piano terra, tranquille e apparentemente non ferite». Dall’edificio uscirono 93 persone molte ferite in modo gravissimo. Tutte arrestate con quella che il neoquestore definì una «forzatura giuridica».
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