L'iniziativa in un istituto privato. La protesta partita dal genitore di una alunna di colore 
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Lecce, coro delle polemiche nella scuola delle suore i bimbi cantano Faccetta nera

La difesa: in programma anche Bella ciao. L’iniziativa in un istituto privato. La protesta partita dal genitore di una alunna di colore 

La difesa: in programma anche Bella ciao. L’iniziativa in un istituto privato. La protesta partita dal genitore di una alunna di colore 

LECCE – L´hanno provata e riprovata per mesi, ogni mercoledì, compreso ieri. Ne hanno imparato a memoria le strofe e il motivo in vista della recita di fine anno, quando si ritroveranno davanti ai loro genitori, per un saggio sul tema dell´Unità d´Italia. Hanno tra i 5 e i 10 anni, sono più di cento, tutti alunni di una scuola privata di Lecce, l´Istituto delle suore Marcelline, e il 6 giugno canteranno «Faccetta nera, bell´abissina, aspetta e spera che già l´ora si avvicina». Certo, non solo la marcetta fascista composta in epoca coloniale che si chiude con «E sfileremo avanti al Duce e avanti al Re».

Nel programma musicale del saggio di fine anno le suore hanno inserito anche l´Inno di Mameli, il “Garibaldi innamorato” di Sergio Caputo, i Sud Sound System e perfino “Bella ciao”. E i bambini hanno imparato tutto a memoria. Cantando e ricantando, anche fuori dagli orari delle prove, a casa, davanti a papà e mamma, i canti imparati a scuola. Ma la par condicio canora non ha preservato le suore e l´Istituto da critiche e polemiche. Un genitore, padre adottivo di una bambina di colore, ha protestato, chiedendo spiegazioni. E con lui, qualche altra mamma (non tante a dire il vero) ha minacciato di non far partecipare il proprio figlio alla recita. La scuola ha convocato i genitori contrari provando a spiegare, programma alla mano, che non esisteva alcun intento politico nella scelta di “Faccetta nera” ma che, raccontando la storia d´Italia attraverso la musica, non si poteva saltare a piè pari il fascismo. 
Ma in una città da 100.000 abitanti, nonostante la riservatezza delle suore, la polemica non poteva restare confinata tra le quattro mura e il grande cortile alberato dell´Istituto frequentato dai figli della “Lecce bene”. E così la notizia è finita su giornali, siti internet e blog, costringendo, in un primo momento, la direttrice della scuola, suor Augusta Keller, ad annunciare una retromarcia: «Non c´era nessuna volontà di fare apologia del fascismo ma per evitare ulteriori polemiche “Faccetta nera” non si canterà più», aveva spiegato domenica. Tutto rientrato, dunque? Neanche per idea. Perché il dibattito è proseguito e ha visto l´intervento anche di due autorevoli esponenti politici locali, l´ex presidente della Provincia e della Commissione stragi, il pd Giovanni Pellegrino, e l´ex sindaco di Lecce, la senatrice di Io Sud Adriana Poli Bortone. Entrambi, partendo da punti di vista differenti, hanno definito «stupida» la polemica su Faccetta nera. «Le suore Marcelline sono solitamente illuminate e molto rigorose – ha spiegato la senatrice – qui non si sta facendo apologia ma storia». «Tutto sta a spiegare ai bambini cosa siano stati il fascismo e la resistenza e, soprattutto che il primo è stato sbagliato e la seconda giusta», chiosa Pellegrino. 
Così, forte anche dei pareri dei due politici, due giorni fa, il collegio dei docenti ha votato all´unanimità il ritorno al programma iniziale: “Faccetta nera”, insomma, si canterà. L´ufficio scolastico regionale ha provato a smorzare le polemiche sostenendo che la libertà d´insegnamento è un principio garantito dalla Costituzione e che «quelle canzoni sono solo delle marcette da imparare in una recita». Ma c´è da scommettere che, tra polemiche, ripensamenti e fughe in avanti, la vicenda non sia affatto chiusa

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