Le gravissime affermazioni del regista. Il Festival si dissocia e in serata lui chiede scusa. E siccome noi nazisti pensiamo alla grande potrei fare il film "La soluzione finale" . Il Fürer ha fatto molte cose brutte e sbagliate, ma provo un po' di simpatia. Certo, Israele è una "pain the ass"  ">

“Capisco Hitler, sono un po’ nazista” poi manda a quel paese Israele

Le gravissime affermazioni del regista. Il Festival si dissocia e in serata lui chiede scusa. E siccome noi nazisti pensiamo alla grande potrei fare il film “La soluzione finale” . Il Fürer ha fatto molte cose brutte e sbagliate, ma provo un po’ di simpatia. Certo, Israele è una “pain the ass” 

Le gravissime affermazioni del regista. Il Festival si dissocia e in serata lui chiede scusa. E siccome noi nazisti pensiamo alla grande potrei fare il film “La soluzione finale” . Il Fürer ha fatto molte cose brutte e sbagliate, ma provo un po’ di simpatia. Certo, Israele è una “pain the ass” 

Se fosse successo negli Stati Uniti, sarebbe stata la fine della sua carriera. Il caso Mel Gibson è un esempio. Rispondendo a una domanda sulle sue radici, aveva cominciato bene. «Per molto tempo avevo pensato di essere ebreo ed ero felice di esserlo. Un po´ meno felice quando ho incontrato Susanne Bier» e fin qui si era limitato al sarcasmo sulla collega tra le risate dei presenti. Purtroppo ha continuato: «Poi ho scoperto di essere nazista, la mia famiglia è di origine tedesca. E anche questo mi ha dato un certo piacere. Che posso dire? Hitler lo capisco, ha fatto molte cose brutte, sbagliate, ma provo un po´ di simpatia…». S´interrompe, farfuglia, riprende: «Non voglio dire che sono in favore della seconda guerra mondiale, e non sono contro gli ebrei, neanche contro Susanne Bier. Anzi sono a favore degli ebrei, di tutti gli ebrei. Certo, Israele è una pain in the ass, un dito nel c…». S´interrompe, esita, suda – «Come faccio a uscire da questo discorso…» – si lancia in un elogio di Albert Speer, l´architetto che amava Hitler e poi fu tra quelli che volevano eliminarlo, e alla fine ne esce al peggio: «O.k. Sono un nazista. E siccome noi nazisti pensiamo alla grande potrei fare il film “La soluzione finale”». 
Mentre i giornalisti in sala reagiscono con risate imbarazzate, colpi di tosse e mormorii, sul volto di Kirsten Dunst e di Charlotte Gainsbourg, le sue protagoniste, appare la stessa espressione scandalizzata e tutti gli altri del cast, da John Hurt a Stellan Skarsgard, lo guardano increduli.
Non era mai successo che il festival di Cannes dovesse intervenire sulle parole di un ospite. È successo ieri con una dura dichiarazione ufficiale: «Il Festival è stato disturbato dalle affermazioni di Lars von Trier e lo ha invitato a fornire spiegazioni. Il regista dichiara di essersi lasciato andare a una provocazione e presenta le sue scuse. La direzione del festival ne prende atto e le diffonde, ma ci tiene a riaffermare che, su temi come questo, non permetterà mai che la manifestazione diventi megafono per questo tipo di affermazioni». Le scuse ufficiali del regista danese sono arrivate in serata anche in agenzia: «Se ho ferito qualcuno mi scuso sinceramente. Non sono antisemita, non ho pregiudizi razziali, non sono nazista». Scuse che non sono bastate all´associazione americana dei sopravvissuti all´Olocausto, che risponde definendo il regista «eticamente un fallito».
Gli eccessi provocatori di Von Trier sono esplosi alla fine dell´incontro, rovinando un clima di grande interesse per il film, che, secondo il regista, «non è tanto sulla fine del mondo, ma su uno stato della mente. Chi nella vita ha attraversato lunghi periodi di depressione, come è successo a me, può condividere benissimo. Adesso comunque sono felice di essere qui. Sto molto meglio». Aveva scherzato sul film, passando da «è bellissimo, merita la Palma d´oro» a «in certi momenti penso che sia una stronzata, aveva spiegato l´atteggiamento del personaggio di Justine che abbandona il suo matrimonio. «Justine ha problemi di instabilità, come succede a tante persone pensa che il matrimonio possa portarla alla normalità, ma guardandosi intorno, soprattutto vedendo i genitori che non si amano, si rende contro dell´errore». E aveva divertito molto l´ipotesi di un prossimo film, scherzando con la Dunst. «Non volevo la scena di nudo, ma lei ha insistito tanto e ho dovuto accontentarla. La sua insistenza mi ha suggerito un film ad alto contenuto di nudo e di sesso, ma sesso spinto, davvero hard, anche sgradevole. Durerà almeno quattro ore. Ne riparleremo alla prossima conferenza stampa».

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