Gaza e i ragazzi italiani che “restano umani”

La carovana pacifista in nome di Vik Arrigoni arriva nella Striscia dal valico egiziano di Rafah appena riaperto

La carovana pacifista in nome di Vik Arrigoni arriva nella Striscia dal valico egiziano di Rafah appena riaperto

Gaza. Corum è entrato a Gaza attraversando con successo il valico di Rafah. Formatosi spontaneamente nel mondo dell’attivismo politico romano a seguito della morte di Vittorio Arrigoni, il “convoglio restiamo umani” ha ottenuto il risultato tanto auspicato: raggiungere la Striscia di Gaza per commemorare il cooperante scomparso e dare seguito al suo immenso lavoro intrapreso sul territorio palestinese anche sotto i bombardamenti israeliani dell’operazione Piombo Fuso.
SONO PIÙ DI SETTANTA i partecipanti alla carovana pacifista che si è posta come punto di partenza il Cairo. Un gruppo assai eterogeneo, composto per lo più da attivisti per la Palestina, giovani dei centri sociali e operatori dell’informazione. La maggior parte viene dalle realtà romane, anche se diversi ragazzi sono giunti anche da Napoli, Firenze, Torino e Milano. Nonostante l’organizzazione istintiva e apparentemente sbrigativa, si conta anche la partecipazione di internazionali provenienti da Polonia, Francia e America. “È una follia tramutatasi in realtà – puntualizza Simone, uno tra i referenti principali dell’iniziativa – varcando la soglia del valico di Rafah possiamo simbolicamente ricominciare l’opera di Vittorio che tragicamente l’ha percorsa un’ultima volta in direzione opposta”. L’esito positivo del complicato passaggio di frontiera è riconducibile all’elevato grado di coordinamento internazionale su cui può contare il mondo dell’attivismo pro-palestinese. Un gioco di rilievo sotto questo punto di vista è stato giocato senz’altro da Osama Qashoo, militante di origine palestinese amico e compagno di Vittorio in molte sue battaglie. “Entrare a Gaza in questo modo è straordinario – ha commentato Osama – avevamo governi di mezzo mondo contro di noi”.
A vantaggio del convoglio pacifista hanno sicuramente giovato diversi fattori: l’atmosfera rivoluzionaria che al Cairo tutt’ora si respira, la storica riconciliazione tra le fazioni palestinesi di Hamas e Al Fatah e le dichiarazioni del ministro degli Esteri egiziano Abil al-Arabi che ha aperto formalmente il valico di Rafah lasciando spiazzata Tel Aviv. Anche se solo pochi giorni or sono, come confermato dall’ambasciata italiana al Cairo, due giornalisti hanno atteso invano le autorizzazioni per il valico da parte delle istituzioni egiziane.
CORUM SI TROVA quindi all’interno della Striscia di Gaza. Molte le attività previste dall’organizzazione. Oltre alla serata di oggi, in cui ricadrà il trigesimo dell’assassinio di Vittorio Arrigoni, la carovana potrà condividere con la popolazione palestinese la nakba, ossia la catastrofe: nel 1948, nell’arco di 6 mesi, l’esercito israeliano costrinse all’esodo forzato più di mezzo milione di arabi palestinesi. La carovana conta di rientrare in Italia mercoledì, non prima di aver affiancato all’interno della buffer zone (la zona controllata dai militari israeliani) i contadini palestinesi nella raccolta del grano e i pescatori a largo delle coste di Gaza.

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