I fascisti aggrediscono a coltellate gli studenti dei collettivi che stavano cancellando una scritta minatoria dal muro dell'ateneo. Ma la vittima diventa il candidato del Pdl Lettieri ">

Alle urne con le lame

I fascisti aggrediscono a coltellate gli studenti dei collettivi che stavano cancellando una scritta minatoria dal muro dell’ateneo. Ma la vittima diventa il candidato del Pdl Lettieri

I fascisti aggrediscono a coltellate gli studenti dei collettivi che stavano cancellando una scritta minatoria dal muro dell’ateneo. Ma la vittima diventa il candidato del Pdl Lettieri

«Non chiamatela rissa, questo è un agguato in piena regola. E non facciamo le solite polemiche, noi non abbiamo provocato nessuno ». È nervoso A. e, davanti alla questura, trema ancora un po’. Lui che alle dieci di ieri mattina era alla facoltà di Lettere, in via Porta di Massa, e ha assistito allo scontro tra i fascisti di Casa Pound e i collettivi universitari, non ha dubbi: «Noi siamo stati aggrediti, loro avevano i coltelli e ci siamo difesi». I referti ospedalieri gli darebbero ragione: i tre studenti Luca Weber, Andrea Pomella e Luca Leva, hanno riportato diverse ferite d’arma da taglio, alle braccia e alle gambe, suturate al pronto soccorso. Pomella è stato anche operato, perché la lama ha addirittura trapassato la mano da una parte all’altra, una ferita che i medici hanno attribuito al tentativo del giovane di parare un colpo diretto probabilmente al torace. L’esponente di estrema destra invece se l’è cavata, si fa per dire, con 15 punti alla testa e il viso tumefatto, perché è stato colpito con un bastone. Si tratta di Enrico Tarantino, in corsa alla III municipalità per la lista «Liberi con Lettieri». Il candidato della destra soltanto una settimana fa era stato al centro di aspre polemiche perché accusato, da Verdi e democratici, di apologia del nazifascismo. Tarantino aveva avuto infatti «l’originale idea» di postare gli auguri di compleanno ad Adolf Hitler sulle pagine di Facebook, e pur scusandosi per il suo gesto, dichiarando di averlo compito solo per scherzo, il suo sito era risultato essere un tripudio di foto e immagini del nazismo e del Furher. «Erano in tre e li abbiamo riconosciuti subito, uno di loro è Alessandro Mennella, rappresentante di Casa Pound della costiera amalfitana» spiegano ancora i ragazzi di Lettere, riuniti sotto la questura, dove il loro compagni sono stati condotti dagli agenti della Digos per le deposizioni, anche se per motivi politici si sono rifiutati di sporgere querela e sono stati denunciati per rissa e lesioni. L’aggressione di ieri aveva avuto un prologo la sera prima, quando alcuni giovani avevano scritto, in nero, sulmuro dell’Università: «Antifà noi vi buchiamo quando vogliamo ». Una frase accompagnata da una croce celtica e due svastiche sul portone della facoltà.Una trappola che ha aperto la strada all’aggressione di ieri e una provocazione, visto che l’ateneo della Federico II ha una storia legata a centri sociali e partiti di sinistra che parte dalla Pantera, passa per la nascita di Officina 99 e del movimento no global, arrivando ai no war che due settimane fa hanno sfilato sotto la Nato. Qui insieme all’Istituto Orientale sono nate e cresciute a pane e politica diverse generazioni della sinistra napoletana. Anche per questo i ragazzi non volevano che quelle scritte imbrattassero le loro mura nemmeno per 24 ore, e ieri mattina si sono presentati con i rulli e la pittura per cancellarle. «Eravamo in 5 – continua A. – quando sono arrivati i fasci, ne è nato un diverbio, quindi loro hanno tirato fuori le lame.Noi siamo contro i coltelli, ma ci siamo difesi». Opposta la versione dei «neri», che hanno presentato denuncia contro i giovani: «Siamo stati aggrediti con i bastoni e senza motivo – dicono – loro erano molti di più». Clima da anni ’70 o colpa dei toni esacerbati in campagna elettorale? Di sicuro la tensione è palpabile, e proprio ieri poche ore dopo l’aggressione, un gruppo di studenti ha creato un po’ di confusione nelle strade del centro storico dove il candidato del Pdl,Gianni Lettieri si trovava insieme ai suoi sostenitori per la campagna elettorale, sono volate parole grosse e forse uno sputo. L’ex presidente degli industriali si è rifugiato nella chiesa di San Lorenzo Maggiore, dove ha aspettato l’arrivo delle forze dell’ordine. Trasversale la solidarietà giunta da leader nazionali e locali, ma Luigi De Magistris (Fed-Idv) che già nei giorni scorsi aveva puntato il dito contro gli «impresentabili» e i condannati delle liste Pdl gli ricorda: «Oltre a personaggi coinvolti in inchieste per camorra è inquietante che sia candidato un ragazzo legato agli ambienti neofascisti». A rincarare la dose Pietro Rinaldi, appoggiato da alcuni centri sociali, in corsa per il consiglio con De Magistris: «Lettieri deve spiegare ai napoletani se è intenzionato a fornire copertura politica ai fascisti e a prendere i voti delle organizzazioni neofasciste della città». Nel pomeriggio, dopo aver dato vita a un corteo spontaneo, gli studenti sono arrivati nella centralissima Piazza Dante. I ragazzi, esasperati dagli avvenimenti della giornata, hanno lanciato pietre contro il comitato di Lettieri prima e la sede storica di Alleanza nazionale dopo, rompendo anche le vetrine di alcuni negozi. Sono stati dispersi con cariche e lacrimogeni.

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