Caso Cucchi, via al processo«La sera dell'arresto era tranquillo»

IL 31ENNE MORI' ALL'OSPEDALE SANDRO PERTINI 6 GIORNI DOPO L'ARRESTO

Nella prima udienza ascoltati 8 carabinieri. Il maresciallo Mandolini: non disse di avere problemi di salute

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Caso Cucchi, via al processo «La sera dell’arresto era tranquillo»

Caso Cucchi, via al processo«La sera dell'arresto era tranquillo»

Caso Cucchi, via al processo«La sera dell'arresto era tranquillo»

IL 31ENNE MORI’ ALL’OSPEDALE SANDRO PERTINI 6 GIORNI DOPO L’ARRESTO

Nella prima udienza ascoltati 8 carabinieri. Il maresciallo Mandolini: non disse di avere problemi di salute

Caso Cucchi, via al processo«La sera dell'arresto era tranquillo»

IL 31ENNE MORI’ ALL’OSPEDALE SANDRO PERTINI 6 GIORNI DOPO L’ARRESTO

Nella prima udienza ascoltati 8 carabinieri. Il maresciallo Mandolini: non disse di avere problemi di salute

ROMA – «La sera del 15 ottobre, quando dopo l’arresto fu portato nella caserma dei carabinieri della stazione Appia, Stefano Cucchi era tranquillo e spiritoso. Non disse di avere particolari problemi di salute… accennò ad una sofferenza di fegato… Aveva profonde occhiaie marroni, forse dovute all’uso di stupefacenti». Lo ha dichiarato il maresciallo dei carabinieri Roberto Mandolini, che era comandante della stazione Appia la sera in cui Cucchi fu arrestato. In aula sono stati ascoltati come testimoni otto carabinieri.

Il giudice Canale osserva la foto di Cucchi (Liverani) Il giudice Canale osserva la foto di Cucchi (Liverani)

PRIMA UDIENZA – Con la testimonianza del sottufficiale è cominciata la prima udienza dibattimentale del processo sulla morte di Stefano Cucchi, il romano di 31 anni fermato dai carabinieri per droga il 16 ottobre 2009 al Parco degli Acquedotti di Roma, e deceduto il successivo 22 mattina nella struttura di medicina protetta dell’ospedale Sandro Pertini. Dodici le persone imputate.

La famiglia Cucchi in Corte d'Assise (Eidon) La famiglia Cucchi in Corte d’Assise (Eidon)

IMPUTATI – Alla III Corte d’assise di Roma, presieduta da Evelina Canale, dodici le persone imputate. Si tratta di sei medici che ebbero in cura il giovane (Aldo Fierro, Silvia Di Carlo, Flaminia Bruno, Stefania Corbi, Luigi De Marchis Preite, Rosita Caponetti), tre infermieri (Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe) e tre guardie carcerarie (Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici). A seconda delle specifiche posizioni processuali, i reati contestati sono: lesioni e abuso di autorità, favoreggiamento, abbandono di incapace, abuso d’ufficio e falsità ideologica. I testimoni citati dai pm Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy per l’udienza di giovedì sono otto carabinieri che il 15 ottobre 2009 effettuarono l’arresto di Cucchi per detenzione di sostanza stupefacente a fini di spaccio.

Il maresciallo Mandolini (Liverani) Il maresciallo Mandolini (Liverani)

LA TESTIMONIANZA – Nel suo racconto, il marescialle Mandolini ha anche ricordato che a Cucchi, fermato insieme con Emanuele Mancini, che stava comprando da lui droga nella zona dell’Appio Claudio, al parco Lemonia, furono sequestrati hashish, ecstasy, cocaina e un’altra pasticca. Venne sequestrato anche denaro. Poi il sottufficiale ha ricordato che Cucchi, senza dare alcuna spiegazione, si rifiutò di firmare il verbale dell’arresto. La stessa notte fu poi trasferito in una cella della caserma di Tor Sapienza perchè all’Appia non c’erano celle. La mattina successiva fu portato in tribunale per il processo.

«STANCO E PROVATO» – Poi continua: «Lui stesso dichiarò di essere senza fissa dimora, ma che abitava saltuariamente a casa dei suoi genitori» e per questo partì la perquisizione nell’appartamento della madre e del padre del geometra. «La perquisizione diede esito negativo». Poi il militare spiega perchè il ragazzo trascorse la notte in un’altra caserma. «Dai noi non c’erano celle di sicurezza – dice- e per questo venne portato a Tor Sapienza. Dopo la perquisizione – continua Mandolini – Cucchi era stanco e provato. Chiese da bere ma si rifiutò di mangiare».

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