«Ergastolo ai novantenni della strage»

Padule di Fucecchio, 3 ex nazisti accusati della morte di 184 civili, anche donne e bambini

Padule di Fucecchio, 3 ex nazisti accusati della morte di 184 civili, anche donne e bambini

ROMA — Dalla Germania hanno mandato sempre e solo certificati medici. Non una lettera di scuse. In quindici udienze nessuno li ha mai visti i tre ex nazisti accusati della strage del Padule di Fucecchio, 184 civili trucidati in un solo giorno, il 23 agosto del ’ 44. Eppure a 90 anni suonati, vedi Erich Priebke che il 29 luglio prossimo ne compirà 98, si può ancora uscire la sera e andare a cena al ristorante, pur con le Fosse Ardeatine alle spalle. Invece l’ex maresciallo della 26a Divisione corazzata Fritz Jauss, 94 anni, l’ex capitano Ernst Pistor di 91 e l’ex sergente Johan Riss, che oggi di anni ne ha 88, hanno deciso di non presentarsi mai davanti alla II sezione del Tribunale militare di Roma, presieduta da Giovanni Pagliarulo. All’inizio c’era pure un quarto imputato, l’ex tenente Gherard Deissmann, ma è morto a 100 anni tre mesi fa. Ieri, alla fine della sua requisitoria, il pm Marco De Paolis ha chiesto l’ergastolo per le tre SS. «Quanto mi dispiace di non averli mai potuti incontrare — sospira tra le lacrime l’operaio in pensione Quinto Malucchi, 74 anni, di Monsummano — Avrei chiesto loro una cosa soltanto: perché? Quella non fu una rappresaglia, non fu un atto di guerra, uccisero soltanto dei civili disarmati, uomini, donne, bambini, neonati. Uccisero tra gli altri anche il mi’ babbo, che si chiamava Gino e aveva 45 anni. Gli spararono dentro a una buca insieme a due maialini, mentre io ancora dormivo su un materasso riempito coi cartocci di pannocchia. Erano le 6 di mattina, avevo 7 anni…» . Ancora piange il signor Malucchi, che oggi dice: «Per quello che fecero all’epoca ci sarebbe voluto altro che l’ergastolo! Ma oggi quei tre hanno 90 anni, si son fatti la loro vita fino in fondo, dunque è una pena che per loro non conta quasi più. Certo, se non ci fossero mai stati gli armadi della vergogna, se qualcuno non avesse per anni tenuta nascosta la verità sui crimini nazisti, questa sentenza poteva arrivare molto prima. Ma fa niente. Quello che importa, oggi, 67 anni dopo, sarà rendere almeno giustizia a tutti quegli innocenti» . L’udienza finale è in programma il prossimo 25 maggio: quel giorno a Roma parleranno i difensori dei tre, poi ci sarà la camera di consiglio e la sentenza. L’avvocato Paola Chiovelli, che difende Fritz Jauss, l’ex maresciallo a capo della squadra che si sarebbe macchiata di gran parte dei crimini, non vuole svelare le carte: «Non parlo, vedrete in aula» . Clic. Così, ci sono voluti 67 anni per arrivare a una sentenza di primo grado e gli avvocati Massimo Brancoli («Non proprio un processo breve…» , ghigna), Claudio Del Rosso e Guido Cappabianca, rappresentanti delle parti civili, hanno chiesto risarcimenti che oscillano da 20 mila a un milione di euro. Li hanno chiesti ai tre imputati ma anche, in solido, alla Repubblica federale tedesca, già condannata a pagare per la strage di Civitella della Chiana (anche se poi la Germania impugnò quella sentenza al Tribunale dell’Aja). Nel processo per l’eccidio di Padule si sono costituite parti civili l ’ a s s o c i a z i o n e monsummanese dei parenti delle vittime, il comitato dei martiri del Padule, oltre alla Presidenza del Consiglio dei ministri, alla Regione Toscana, alla Provincia di Pistoia e ai comuni di Monsummano, Larciano, Pieve a Nievole, Cerreto Guidi, Fucecchio, Ponte Buggianese e Castelfranco di Sotto. «Era agosto, c’era il fieno alto e in tanti cercarono riparo in mezzo all’erba. Inutilmente — ricorda Quinto Malucchi —. La mamma della Tosca Lepori morì con una bimba di 22 mesi in braccio…» . Come ha detto ieri il pm De Paolis «quella non fu una semplice rappresaglia ma un’operazione di desertificazione totale» e tutte le uccisioni avvennero «a sangue freddo, guardando negli occhi donne e bambini innocenti» . Eppure gli imputati — ha anche affermato il pm — hanno sempre mostrato «totale disinteresse per le vittime, da parte loro mai una parola, nulla, solo un vergognoso silenzio…» . «Proprio così— conclude sconsolato il signor Malucchi —. Non hanno mai avuto la faccia di venire» .

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