Molotov e barricate contro il colosso Tesco. Arrivata in un quartiere "alternativo", è stata accolta da sassi e spranghe. La catena inglese continua a espandersi a danno di piccoli esercizi e banchi del mercato


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Arriva il supermarket e il quartiere si ribella notte di guerra a Bristol

Molotov e barricate contro il colosso Tesco. Arrivata in un quartiere “alternativo”, è stata accolta da sassi e spranghe. La catena inglese continua a espandersi a danno di piccoli esercizi e banchi del mercato

Molotov e barricate contro il colosso Tesco. Arrivata in un quartiere “alternativo”, è stata accolta da sassi e spranghe. La catena inglese continua a espandersi a danno di piccoli esercizi e banchi del mercato

LONDRA – Barricate in fiamme, cariche di poliziotti a cavallo, bottiglie molotov, pietre, agenti in assetto di guerra, decine di arresti e di feriti.È il bilancio di un giorno e una notte di battaglia, a Bristol, città di 400 mila abitanti nel sud-ovest dell´Inghilterra. Stavolta non c´entrano gli aumenti delle rette universitarie o i licenziamenti e i tagli al bilancio nel settore pubblico, le due questioni che hanno causato disordini e violenze a Londra e nel resto della Gran Bretagna nell´ultimo anno.L´oggetto del contendere, in questo caso, è un supermarket. Un piccolo supermercato della Tesco, la più grande catena nazionale nel settore alimentare: un Tesco Express, come si chiama la versione ridotta, “mini”, dei suoi empori. Che, dovunque arrivano, provocano gli stessi effetti: chiusura di piccole botteghe e mercatini. Mutamento nella fisionomia commerciale, e di conseguenza sociale, culturale, del quartiere. Apre un Tesco, e poco dopo lo seguono altri chain stores, altri negozi ed esercizi appartenenti a catene multinazionali, per cui ogni strada di ogni città del Regno Unito (e ormai non più solo del Regno Unito) ha il medesimo aspetto, la stessa farmacia, la stessa libreria, lo stesso caffè. Un fenomeno che i sociologi definiscono come la “clonizzazione” dell´Occidente industrializzato: tutto uguale, dovunque.

Senonché, Bristol ha detto no. Hanno provato a dire di no anche altre città e cittadine britanniche, in precedenza, organizzando raccolte di firme, sit-in, assemblee di quartiere, ma prima o poi ha sempre prevalso la Tesco, che oggi ha 2.600 supermercati in tutto il paese, di cui 32 nella sola Bristol: ogni 3 sterline spese in Gran Bretagna per acquistare roba da mangiare, 1 finisce nelle sue casse (per un totale di 4 miliardi di sterline di profitti l´anno). La differenza è che a Bristol il no è sfociato in una battaglia. Beh, non in tutta Bristol, perché gli altri 32 supermarket non hanno provocato simili reazioni. Ma a Stokes Croft l´iniziativa non è piaciuta. Perché Stokes Croft è il Greenwich Village o la Rive Gauche locale: un quartiere bohemienne, popolato di (ex) hippies, all´insegna della controcultura, della diversità, dell´eco-sostenibile. E così l´opposizione al Tesco Express si presentava più dura che altrove.
Come in tutte le battaglie, ci vuole una scintilla a farle scoppiare. Qui è stato un raid della polizia, alle prime luci dell´alba, in una casa occupata da squatters, come si chiamano in inglese i residenti abusivi di edifici in cui non vive nessuno, situata proprio davanti al nuovo Tesco Express, che aveva aperto una settimana fa. Qualcuno ha spifferato alle forze dell´ordine che all´interno della casa occupata erano state nascoste casse di bottiglie molotov. Ma la violenza del raid è sembrata eccessiva. E la risposta non è tardata. Cinquecento abitanti del quartiere si sono radunati di fronte a Tesco e lo hanno assaltato, mandando in frantumi le vetrine, appiccando fuoco ai locali. La polizia è accorsa in massa, con i cavalli e con i cani-poliziotto. Ben presto ha dovuto chiedere rinforzi. Gli scontri sono andati avanti per ore, per tutta la notte, fino all´alba.
Commenta Kerry McCarthy, deputata laburista, eletta nella circoscrizione di Bristol: «Questa è un´area molto politicizzata, di sinistra, con un sacco di artisti e alternativi. La loro era una protesta anti-establishment, contro il volto più brutto del capitalismo, contro le grandi corporation senz´anima che stravolgono l´identità delle città. La polizia ha usato la forza con una brutalità irresponsabile. C´era gente che andava in bicicletta, altri che suonavano il sax in piedi su una sedia, e gli agenti hanno caricato tirando manganellate indiscriminatamente a tutti».
Forse non è un caso che sia successo in questa città, dove nel 1831 ci furono tre giorni di rivolta perché la camera dei Lord aveva proibito una fiera locale, nel 1909 una suffragetta femminista tirò un secchio d´acqua addosso a Winston Churchill e nel 1980 esplosero i peggiori disordini razziali dell´era Thatcher. Non sembra nemmeno un caso che la “guerra contro i supermarket” scoppi in un periodo di crisi economica, disoccupazione, tagli al bilancio e governo conservatore. La Gran Bretagna non brilla più come negli anni di Blair. Sarà perché non c´è più un Blair a Downing street?

 

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