Il procuratore: se queste carte fosse state esaminate subito le indagini avrebbero preso una pista diversa. Erano in una busta che era stata acquisita agli atti all'inizio degli anni '90 e poi "dimenticata"  ">

Rostagno, ritrovati gli appunti spariti

Nel documento il sociologo ucciso parlava dei rapporti tra mafia e istituzioni. Il procuratore: se queste carte fosse state esaminate subito le indagini avrebbero preso una pista diversa. Erano in una busta che era stata acquisita agli atti all’inizio degli anni ’90 e poi “dimenticata” 

Nel documento il sociologo ucciso parlava dei rapporti tra mafia e istituzioni. Il procuratore: se queste carte fosse state esaminate subito le indagini avrebbero preso una pista diversa. Erano in una busta che era stata acquisita agli atti all’inizio degli anni ’90 e poi “dimenticata” 

TRAPANI – Dalla sera del delitto, il 26 settembre 1988, non c´era più traccia degli appunti di Mauro Rostagno. Sembravano inghiottiti per sempre nei misteri di Trapani. E invece alcuni fogli erano stati acquisiti già all´inizio degli anni ‘90 agli atti dell´inchiesta sull´omicidio del giornalista sociologo. Era stata Chicca Roveri, la compagna di Rostagno, a consegnarli ai magistrati di Trapani. Ma quei fogli erano rimasti dentro una busta, acquisiti agli atti e dimenticati. Solo nei giorni scorsi, quella busta è stata ritrovata dai pm di Palermo Gaetano Paci e Francesco Del Bene dopo le indicazioni dell´avvocato Carmelo Miceli, che rappresenta Chicca Roveri, oggi parte civile nel processo contro il capomafia Vincenzo Virga e uno dei suoi fidati sicari, Vito Mazzara. 

Fra quegli appunti è emersa l´ultima inchiesta di Mauro Rostagno. Il vulcanico direttore dell´emittente televisiva Rtc di Trapani indagava sui rapporti fra Cosa nostra e uno strano circolo culturale, lo “Scontrino”, il salotto più esclusivo della città dove si incontravano politici, professionisti e mafiosi. Chicca Roveri ha spiegato ieri in aula che Rostagno voleva andare oltre i risultati dell´indagine giudiziaria e puntava a scoprire le coperture che i mafiosi e i loro complici avrebbero goduto nei palazzi delle istituzioni. 
Per questo, forse, aveva annotato a penna: «Trapani, primi anni Ottanta. Questura e Palazzo di giustizia». È la conclusione di uno degli appunti ritrovati: in quel foglio, il direttore di Rtc ripercorreva la storia di un´inchiesta che probabilmente riteneva insabbiata. Era la più eccellente delle inchieste di Trapani, che vedeva sotto accusa l´ex pm Antonio Costa per le sue frequentazioni con il clan Minore. «Costa conta ancora molto», scrive Rostagno, che poi annota: «Lo Curto si fida. Costa parla e poi ritratta. Lo Curto si fa testimone». Claudio Lo Curto era il giudice di Caltanissetta che aveva predisposto l´atto d´accusa contro Costa. Sullo sfondo di quella Sicilia dei misteri c´era l´omicidio del pm Ciaccio Montalto, che faceva sul serio la lotta alla mafia. Scriveva Rostagno: «Ciaccio, sulle bobine e trascrizioni. La goccia che trabocca per i Minore». 
Dice oggi il sostituto procuratore Gaetano Paci: «Se gli appunti di Rostagno fossero stati esaminati all´indomani del delitto, probabilmente le indagini avrebbero intrapreso subito la pista della mafia che adesso, dopo 23 anni, è il tema principale di un processo che con molta più difficoltà dovrà essere ricostruito».

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