Tre giorni per immaginare, progettare e realizzare uno «sciopero precario». Da oggi fino a domenica 17, gli stati generali sulla precarietà sbarcano a Roma, terza tappa di un percorso iniziato l’inverno scorso a Milano.
Tre giorni per immaginare, progettare e realizzare uno «sciopero precario». Da oggi fino a domenica 17, gli stati generali sulla precarietà sbarcano a Roma, terza tappa di un percorso iniziato l’inverno scorso a Milano.
Gli undici workshop programmati domani dalle 11 fino alle 20,30 in via Alberto da Giussano 59 presso «Generazione P» saranno preceduti da un concerto che la band degli AsianDub Foundation terrà stasera al centro sociale Acrobax in via della Vasca navale 6 e saranno conclusi dopodomani da un’assemblea plenaria presso il Volturno occupato che verrà trasmessa in diretta streaming (sito web: livestream.com/ statigeneraliprecariet). «Siamo stanchi di sentirci addosso la veste avvelenata che si dà alla precarietà attribuendole il sinonimo di sfiga – scrivono i promotori degli stati generali – Non siamo stati segnati dal destino, ci hanno invece imposto una condizione: esistono i precari e i precarizzatori». Ma lo sciopero precario non è un obiettivo immediato per chi lavora con un contratto a progetto o con una prestazione occasionale. Idee, pratiche e strategie sono tutte da inventare, ma lo sciopero dovrà essere indetto per «superare la precarietà », non sarà fatto solo dai precari e verrà organizzato «nella molteplicità di luoghi e forme in cui la precarietà si esprime». Tra i numerosi seminari previsti domani si segnalano quello sulle mobilitazioni nel mondo dello spettacolo e della cultura che negli ultimi mesi hanno lottato contro i tagli al Fondo unico per lo spettacolo e quello sul Libro Bianco preannunciato dalministro del Lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi che punta allo smantellamento delle residue garanzie sociali e trasformerà ilWelfare in un’assicurazione privata finanziata dalla famiglia, dal privato sociale e dalle organizzazioni del volontariato. Questa strategia di dismissione dell’intero apparato dello stato sociale penalizzerà il lavoro femminile, già fortemente segnato da una disoccupazione che solo a sud ha superato il 40 per cento nell’ultimo trimestre del 2010 e «da una rinnovata questione delle divisione sessuale del lavoro». Un momento di riflessione verrà anche riservato ai saperi, anch’essi travolti da quindici anni di riforme della scuola e dell’università che hanno trasformato queste istituzioni in una fabbrica di forza-lavoro precaria, dove «saperi ultra-nozionistici, corsi di laurea specificima non specializzanti hanno dequalificato il mondo della formazione e della ricerca». Insieme al workshop sul Terzo settore sarà da seguire anche quello dedicato ai migranti la cui condizione «parla a tutto il lavoro, e non solo a quello precario». «Dalla narrazione all’esplosione» della questione precaria, sarà questo il tema dell’assemblea di domenica durante la quale i partecipanti saranno invitati a rendere concrete le idee e le campagne comunicative che accompagneranno lo sciopero precario.
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