Poche volte la storia di una persona riesce a bucare il muro del silenzio e dell'ignoranza come quella messa in moto intorno alla vita e alla tragica vicenda di Maria Barbella, passata alla storia per due motivi: come la prima donna condannata a morte sulla sedia elettrica negli Stati Uniti d'America, e come il primo caso di una mobilitazione di massa( qui vincente, grazie a dio) contro la barbarie della pena di morte. ">

Dal braccio della morte alla vita

Poche volte la storia di una persona riesce a bucare il muro del silenzio e dell’ignoranza come quella messa in moto intorno alla vita e alla tragica vicenda di Maria Barbella, passata alla storia per due motivi: come la prima donna condannata a morte sulla sedia elettrica negli Stati Uniti d’America, e come il primo caso di una mobilitazione di massa( qui vincente, grazie a dio) contro la barbarie della pena di morte.

Poche volte la storia di una persona riesce a bucare il muro del silenzio e dell’ignoranza come quella messa in moto intorno alla vita e alla tragica vicenda di Maria Barbella, passata alla storia per due motivi: come la prima donna condannata a morte sulla sedia elettrica negli Stati Uniti d’America, e come il primo caso di una mobilitazione di massa( qui vincente, grazie a dio) contro la barbarie della pena di morte.

Il libro che ne ricavò dalla sua inchiesta Idanna Pucci si chiamava, in prima edizione da Longanesi, «Il fuoco dell’anima», titolo scelto dall’editore ma che non convinceva l’autrice. In una seconda edizione riveduta per Giunti, il libro porterà il titolo, scelto stavolta dall’autrice, di «La signora di Sing Sing». Così come non è la prima volta che il cinema si interessa al caso dopo la pubblicazione del libro che rivelerà quella storia dimenticata. Il produttore Hart Sharp aveva già acquistato i diritti decidendo di farne un film e dichiarando anche la scelta dell’interprete in Winona Ryder, ma poi non se ne fece nulla. Ma la cosa che va qui raccontata è l’operazione teatrale messa in moto attorno a questa vicenda da una compagnia dello stesso paese di Maria, la «Senza Teatro» di Ferrandina che ha avuto un merito straordinario, oltre alla bravura dell’opera: quello di aver portato in giro per l’Europa e il mondo questa storia, e averlo fatto in modo del tutto intelligente, come intrigante e appassionato teatro civile. Un teatro che ha portato la comunità del paese a riappropriarsi di una storia del tutto dimenticata. «Maria Barbella: dal braccio della morte alla vita» è un atto unico di Davide Di Prima, Francesco Evangelista e Adriano Nubile. Ad interpretare i vari personaggi della storia è stato lo stupefacente Francesco Evangelista, accompagnato dalla voce fuori campo di Marianna Regina, e dai canti popolari di Domenica Lisanti. L’intreccio tra lingua dialettale e problemi dell’emigrazione e delle battaglie civili contro la pena di morte da una parte, e la capacità di innestare dentro le radici culturali più profonde di Ferrandina l’idea di libertà e di emancipazione dall’altra, sono la forza di questo spettacolo. Che ritorna dopo lunghe tournée in regione e fuori. A Potenza, la sera di venerdì 8 aprile, al Teatro Stabile, è iniziata la nuova tournée di quest’opera che ha entusiasmato tanti a partire dall’autrice del libro. «Lo trovo un teatro stupendo – dice la Pucci – emozionante. Una vera odissea tra Ferrandina e l’America ».

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