Lo stop di Schifani. L’opposizione: offensivo
Lo stop di Schifani. L’opposizione: offensivo
ROMA — Spulciando tra le proposte di legge si scopre che cinque senatori del Pdl e uno del Fli, tutti con trascorsi missini, hanno presentato lo scorso 29 marzo un progetto per abrogare la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, quella che vieta, sotto qualsiasi forma, la ricostituzione del disciolto Partito fascista. I firmatari (Cristiano De Eccher, Fabrizio Di Stefano, Francesco Bevilacqua, Achille Totaro e Giorgio Bornacin) perdono però per strada il finiano Egidio Digilio dopo che quest’ultimo ha avuto un colloquio con Italo Bocchino. La loro iniziativa diventa un caso politico suscitando forti polemiche da parte dell’opposizione e della comunità ebraica di Roma che per bocca del suo presidente Riccardo Pacifici la definisce «inquietante e scellerata» , invitando quindi «tutto il Parlamento a bocciarla sonoramente» . Anche ambienti riconducibili al centrodestra prendono le distanze giudicandola «una mossa stupida perché resuscita un fantasma ormai morto e sepolto. La pacificazione è un fatto ormai avvenuto e sarebbe allo stesso modo altrettanto stupido che qualcuno proponesse oggi la messa fuori legge del Partito comunista» . Non solo. La stessa fonte ricorda che in passato i radicali di Marco Pannella condussero una battaglia al riguardo e che «la medesima norma transitoria non fu applicata quando nel 1946 nacque il Movimento sociale italiano ad opera di un gruppo di reduci della Rsi» . E di fronte a questa discutibile trovata il presidente del Senato Renato Schifani, viene fatto sapere, è rimasto «esterrefatto e sorpreso» e ha invitato gli autori a ritirarla. In realtà, i cinque residui firmatari non mostrano alcun ripensamento e in una nota tengono a precisare che «non si tratta di una battaglia ideologica» . «Nessuno di noi— insistono— ha mai pensato di avviare una battaglia di questo tipo fuori dal tempo e dalla storia. Il nostro disegno di legge infatti si prefigge di intervenire su una norma transitoria che per sua stessa natura era destinata, secondo la volontà dei padri costituenti, a valere per un tempo limitato» . Il loro intendimento sarebbe quello di «intervenire su reati di opinione, tra l’altro non più attuali, in conformità con quanto già proposto da tanti parlamentari liberali e antifascisti in tempi nei quali le passioni ideologiche erano assai più vive di oggi» . Ed è proprio su questo aspetto che si concentrano le critiche delle opposizioni. «Trovo molto grave e offensivo per la storia del Paese e della Repubblica e per la nostra democrazia — commenta Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd a Palazzo Madama— che il Pdl voglia abolire attraverso una legge il reato di apologia del fascismo. Chiediamo che questo atto venga ritirato» . Il dipietrista Pancho Pardi le fa eco domandandosi: «Quando presenteranno una legge per abolire il 25 aprile e il Primo maggio?» . Obiezioni alle quali replica il ministro Gianfranco Rotondi («Non c’è alcuna volontà del governo né del Pdl di promuovere l’abolizione del reato di apologia di fascismo» ) invitando il Pd a non alimentare con «polemiche strumentali l’impressione che le forze politiche si dividano anche sull’antifascismo che è il valore fondante della nostra democrazia» .
0 comments