Tracce di plutonio Esce acqua radioattiva

LA CENTRALE Raffreddamento manuale, la crisi potrebbe durare per mesi

LA CENTRALE Raffreddamento manuale, la crisi potrebbe durare per mesi

TOKYO – Tracce di plutonio sono state rinvenute in cinque diversi punti dell’impianto di Fukushima. È una pessima notizia, naturalmente, anche se era in parte attesa. Le rilevazioni condotte fino a ora avevano infatti considerato come indicatori della radioattività dell’aria e dell’acqua principalmente cesio e iodio, ma che tracce di altre sostanze potessero essere fuoriuscite dai reattori non era in nessun caso da escludere. Da dove sia uscito il plutonio al momento non è chiaro, anche se l’unico reattore in cui è in uso il combustibile mox (mixed oxid fuel), e dunque da cui è verosimile provenga, è il numero tre. Anche qui, dunque, il combustibile potrebbe essere parzialmente fuso. È però anche possibile che il plutonio sia stato rilasciato dal combustibile esausto presente nelle piscine di stoccaggio, composto al 96% di uranio, per il 3% da scorie e per l’1% da plutonio. 
La Tepco, da parte sua, si è affrettata a spiegare che le tracce sono un residuo di alcuni campioni prelevati circa una settimana fa. Poi ha minimizzato, parlando di quantità appena rilevabili. Ma visti i sostanziali errori compiuti negli ultimi giorni in misurazioni di fondamentale importanza, le rassicurazioni vanno prese con le pinze. In ogni caso i lavori alla centrale non saranno fermati, ha annunciato la compagnia, dal momento che a questa concentrazione non si porrebbero rischi per la salute umana. 
A preoccupare, comunque, ieri era stato per tutto il giorno soprattutto il reattore numero due. I livelli di radioattività misurati nelle sue immediate vicinanze, non più dunque solo dentro le sale di controllo, sono stati elevatissimi. Secondo la Nisa, l’Autorità giapponese per la sicurezza nucleare, la sorgente delle radiazioni sarebbe l’acqua stagnante che si è raccolta alla base dell’edificio che ospita la turbina, acqua che proviene direttamente dal circuito di raffreddamento del nocciolo. In condizioni normali il valore prodotto dal reattore alimenta la turbina, per poi condensare e tornare nel circuito di raffreddamento. Il fatto che sul pavimento dell’edificio della turbina si trovi acqua proveniente dal circuito di raffreddamento (ora contaminata a causa della parziale fusione del nocciolo) farebbe pensare a una perdita. 
Alla bellezza di quasi venti giorni dall’incidente anche il governo giapponese ha ammesso quanto in molti vanno dicendo ormai da tempo, e cioè che anche nel reattore numero due le barre di combustibile sono fuse. Impossibile altrimenti spiegare livelli di radiazioni così alti nell’acqua, che continua a fuoriuscire, e questo è il secondo problema, dagli impianti o direttamente dai vessel, o più probabilmente da qualcuno dei tubi di collegamento. E fusione significa che il raffreddamento può rivelarsi impossibile, lo smaltimento pure, la dismissione anche, e dunque potrebbe essere necessario andare avanti per settimane, forse mesi, con gli innaffiatoi, a prezzo di gravi rischi. La Tepco continua a ripetere che i contenitori delle barre sono integri, il che è teoricamente possibile, come è possibile però che in queste condizioni possano non restarlo ancora a lungo. Rimuovere l’acqua radioattiva, come si sta cercando di fare in queste ore, è necessario, ma di fatto è solo un palliativo.
Mentre proseguono le operazioni di raffreddamento manuale, con le solite pompe, alimentate però ora con acqua dolce, ormai nessuno crede più che l’incidente alla centrale si risolverà in breve tempo. Ma il disastro di Fukushima porta con sé molti altri problemi. A cominciare, naturalmente, dalla contaminazione. L’acqua di mare prelevata a poca distanza dalla centrale ieri presentava una concentrazione di iodio radioattivo 1150 volte superiore alla norma. Tracce di radioattività sono ormai state rilevate su entrambe le sponde del Pacifico, dalla Cina a Los Angeles. Quanto all’aria, un nuovo allarme è stato lanciato da Greenpeace, che ha inviato una squadra a fare rilevazioni nella zona di Fukushima. Nel villaggio di Iitate, 40 km a nord-ovest della centrale, il gruppo di esperti ha trovato livelli di contaminazione fino a 10 micro Sievert per ora (S/h). Il villaggio si trova venti chilometri oltre la zona ufficiale di evacuazione, ma la radioattivitè è tale, secondo Greenpeace, da richiedere l’immediata evacuazione della popolazione, soprattutto di donne incinte e i bambini. Se si aggiungono poi la contaminazione da ingestione e inalazione, i rischi potrebbero essere ancora più alti.

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