E i morti in Iraq?

Oggi tre notizie comprensibilmente passate in secondo piano, ma non per questo non rilevanti.

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E i morti in Iraq?

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Oggi tre notizie comprensibilmente passate in secondo piano, ma non per questo non rilevanti.

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Oggi tre notizie comprensibilmente passate in secondo piano, ma non per questo non rilevanti.

 

LIBANO: strano no? Il Libano non intenderebbe più pagare il suo contributo per la sopravvivenza del Tribunale Speciale Internazionale per il Libano, competente sull’assassinio dell’ex premier libanese Rafiq Hariri. Vuoi vedere che la bizzara idea ha a che fare con Hezbollah e la Siria, i principali imputati per l’assassinio e i principali sostenitori del nascente governo libanese che penserebbe a questo “disimpegno”?

Ma  se qualcuno non paga si può sempre trovare qualcun altro disposto a farlo. E infatti i giornali in queste ore annunciano che Canada e Arabia saudita hanno deciso nuovi stanziamenti. (Hariri era particolarmente vicino ai sauditi)

IRAQ:  proseguono le proteste contro la corruzione e per nuove riforme, malgrado le forti piogge  centinaia di manifestanti sono scesi in piazza , guarda caso un’altra piazza TAHRIR; è la quarta settimana consecutiva che  i giovani  manifestanti si ritrovano  per chiedere un cambio di rotta politico.

E’ stata una manifestazione  pacifica malgrado il recente assassinio di una decina  di manifestanti. Anche i media semi-ufficiale, come canale “Iraq”, hanno sottolineato l’importanza di questo raduno, come mai prima. La prima manifestazione ha avuto luogo il 25 febbraio.

BAHRAIN: continuano le manifestazioni di protesta. Fonti ufficiali confermano che la polizia ha seguitato a fare il suo dovere, uccidendo un altro manifestante in un piccolo centro “sciita”. E le autorità hanno generosamente restituito la salma di un defunto ai suoi familiari: dicono che è morto d’infarto.


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