Dai giudici italiani sostegno alle vittime elleniche. Ma la Germania respinge le richieste per l’eccidio di Distomo
Dai giudici italiani sostegno alle vittime elleniche. Ma la Germania respinge le richieste per l’eccidio di Distomo
BERLINO – L´orrendo spettro dei crimini nazisti nella Grecia occupata riemerge nel presente, quasi settant´anni dopo, e avvelena i rapporti tra Atene e Berlino, già appesantiti dalle polemiche sulla crisi dell´euro. Il governo socialista del premier Andreas Papandreou si è rivolto alla Corte internazionale dell´Aja per ottenere giustizia e risarcimenti per i sopravvissuti e i familiari delle vittime del massacro di Distomo. Il vicecancelliere tedesco, Guido Westerwelle, ha duramente respinto la richiesta: difende «l´immunità della Germania come Stato».
L´orrore risale al 10 giugno 1944, sei giorni dopo lo sbarco alleato in Normandia, svolta definitiva nella seconda guerra mondiale. Le SS presero d´assalto il villaggio di Distomo. Ordine dall´alto: rappresaglia contro le azioni armate dei forti gruppi di partigiani della Resistenza greca, dai monarchici ai comunisti. 218 civili, in gran parte donne, anziani e bambini, furono trucidati. La Grecia era entrata nella seconda guerra mondiale perché aggredita da Mussolini. Armata e aviazione ellenici fermarono gli italiani, Roma chiamò in aiuto i tedeschi.
L´occupazione nazista della penisola fu tra le più brutali nel conflitto: morirono centinaia di migliaia di civili, molti per fame, stenti e malattie, Tesoro e riserve auree furono saccheggiate. Ma non ci fu una Norimberga per quei carnefici.
Distomo fu la Marzabotto dei greci. È un simbolo, un caso speciale. Nel 1997 in prima istanza, poi nel 2000 in appello, la Giustizia greca condannò la Germania a risarcire sopravvissuti e parenti pagando 28 milioni di euro. Al no tedesco i giudici risposero chiedendo il pignoramento del Goethe Institut di Atene, ma il governo ellenico frenò tutto, incoraggiato da Berlino. I legali dei parenti si rivolsero allora alla giustizia italiana, la quale ritenne la sentenza greca applicabile anche da noi e pignorò una villa tedesca. Da allora, il caso oppone Italia e Germania.
«Conosciamo le nostre responsabilità per il passato ma difendiamo il principio dell´immunità statale della Germania», ha detto ieri Westerwelle. Un tono che suonava irato, quasi evocando alla lontana idee di legittimo impedimento. Berlino afferma di aver già versato 67 miliardi di euro ad Atene secondo un accordo del 1960. I greci non dimenticano i toni pesanti, razzisti di molti media tedeschi durante il dibattito su come salvare i conti pubblici ellenici (e con essi l´euro). «La nostra passività politica è vergognosa», ha detto il vecchio ex partigiano comunista Manolis Glezos. Papandreou ha scelto di muoversi, «è un dovere verso chi morì per la nostra libertà», ha detto, evocando gli assassinati in quel paesino della Beozia in nome del «Reich millenario».
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