Blitz delle squadre anti terrorismo al Nord. Sequestrate armi da guerra e anche un missile di tre metri. Tra gli arrestati un ex di Forza Nuova
Un fiorente traffico internazionale di armi, di provenienza incerta, che coinvolge estremisti della destra italiana. In un primo momento sembrava che l’operazione anti terrorismo di ieri avesse scoperchiato inquietanti relazioni tra mercenari italiani, decine in partenza da tutta Italia fin dal 2014, e la guerra del Donbass in Ucraina. Ma gli inquirenti hanno successivamente escluso questa ipotesi, riconducendo l’indagine al traffico d’armi internazionale.
IL QUADRO CHE LA DIGOS di Torino sta tracciando grazie a un serie di operazioni condotte da forze speciali in tutta Italia risulta inquietante per quanto riguarda potenza e qualità organizzativa dell’eversione nera in Italia. Dopo un’operazione simile condotta due settimane fa nel nord ovest, ieri un blitz concluso da squadre anti terrorismo ha portato al sequestro di armi da guerra e comuni. Sono stati trovati nove fucili d’assalto, una pistola mitragliatrice, tre fucili da caccia, sette pistole, sei parti di armi da guerra, venti baionette, circa mille munizioni nonché una variegata collezione di bandiere e cartelli con simbologia naziste. In un hangar nei pressi dell’aeroporto di Rivanazzano Terme, in provincia di Pavia, è stato rinvenuto persino un missile, alto circa tre metri e dal peso di otto quintali, perfettamente funzionante previa riarmatura. Di produzione francese, proveniva dal Qatar.
L’intero arsenale era in vendita al miglior offerente: il razzo a un prezzo di circa mezzo milione di euro ed era già stato oggetto di interesse.
Tra gli arrestati Fabio Del Bergiolo, 60 anni, colui che deteneva l’arsenale: nella sua casa di Gallarate è stato trovato un ingente quantitativo di armi, per lo più di fabbricazione austriaca, tedesca e statunitense, oltre che diversi stemmi e cartelli con simboli e slogan nazisti. Già ispettore delle dogane specializzato nell’antifrode, Del Bergiolo fu un militante di Forza Nuova nonché candidato al senato nei primi anni duemila. Prese nove voti.
Alessandro Monti, 42 anni, svizzero, è invece il titolare della società che possiede l’hangar vicino a Voghera dove è stato trovato il missile. Il terzo finito in manette è Fabio Bernardi, 51 anni.
IL QUESTORE DI TORINO Giuseppe De Matteis ha definito l’operazione «un sequestro con pochi precedenti per la qualità delle armi e per il loro potenziale violento». «Non risultano collegamenti tra le persone coinvolte e soggetti combattenti a fianco delle milizie di estrema destra in Ucraina», ha poi aggiunto il questore. Precisazione che ha fermato le prime ricostruzioni che tendevano un filo tra eversione di destra in Italia, Ucraina e Russia.
Gli investigatori hanno sottolineato che «al momento non esistono elementi che facciano pensare a progettualità eversive», aggiungendo che sono «risaliti esclusivamente ai destinatari delle misure cautelari, intermediari nella vendita di armi da piazzare sul mercato nero».
L’OPERAZIONE DI IERI segue quella del nove luglio a Torino quando furono perquisite dieci case di militanti della destra oltranzista appartenenti a Legio subalpina, Forza Nuova e Rebel firm, a Ivrea, trovando materiale di stampo fascista e proiettili da guerra. In precedenza, il 20 giugno, fu denunciato il coordinatore piemontese di Forza Nuova Luigi Cortese per apologia di fascismo, mentre e alcuni ultras riconducibili alla curva della Juventus e del Torino subirono delle perquisizioni.
* Fonte: IL MANIFESTO
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