Bloccata l’università che ha visto nascere il ’68. Tensioni tra studenti. Il governo accusa “minoranze” e “professionisti del disordine”. La contestazione del sistema Parcoursup
PARIGI. All’università di Nanterre, dove era iniziato il ’68, ieri è stato impedito lo svolgimento del primo giorno di esami. L’assemblea generale degli studenti ha votato di continuare il blocco: “questo non è un blocco di cioccolato”, dice uno striscione che ironizza con Emmanuel Macron, che qualche giorno fa aveva detto che non ci saranno “voti di cioccolato” per gli studenti. Lunedi’ scorso, la polizia era intervenuta a Nanterre, su richiesta del presidente, per sbloccare. Ma senza grandi effetti perché l’occupazione è ripresa. Ieri, il presidente ha affermato che sta studiando “vari scenari” per poter far passare gli esami di fine anno (in Francia ci sono due sessioni di esami ogni anno accademico), potrebbero anche svolgersi “all’esterno” dell’università. La tensione era forte, soprattutto alla facoltà di Diritto, dove ci sono 5mila iscritti. Molti studenti si sono presentati agli esami, hanno fatto la fila, ma l’entrata era già bloccata dalle 8 del mattino. Molti hanno protestato, temono di perdere l’anno, di non poter accedere agli stages e alle iscrizioni per la laurea magistrale, mentre gli studenti che protestano chiedono un “voto politico”, che il presidente non ha nessuna intenzione di concedere. La ministra dell’insegnamento superiore, Frédérique Vidal, ha denunciato la presenza di elementi esterni: c’è “un tentativo di perturbare gli esami da parte di ferrovieri di Sud Rail – ha detto – se adesso i ferrovieri decidono che gli studenti non devono passare gli esami, possiamo porci domande sulla strumentalizzazione del movimento”. Anche Emmanuel Macron nell’intervista tv di domenica sera ha contestato brevemente la legittimità del movimento nelle università, organizzato da studenti “molto spesso minoritari” e da “professionisti del disordine”.
Rispetto al sito di Tolbiac, anch’esso occupato, Macron è stato pero’ prudente: qui, è l’architettura dell’università – costruita dopo il ’68 proprio per impedire riunioni troppo consistenti nell’entrata – a rendere difficile un intervento delle forze dell’ordine. La protesta riguarda la “selezione”, che sarebbe introdotta dal nuovo sistema di iscrizione all’università dopo il Bac, Parcoursup. Per evitare di arrivare all’estremità del tiraggio a sorte, come è successo negli anni scorsi nelle facoltà più richieste, vengono stabiliti dei “prerequisiti” per poter accedere. Il governo sostiene che finora la selezione era realizzata attraverso il fallimento, in media solo il 40% degli iscritti passa il primo anno di licenza. Degli insegnanti sostengono il movimento di protesta e rifiutano, soprattutto in alcune università di provincia che temono la gerarchizzazione delle facoltà, di esaminare le domande di iscrizione e di escludere chi non ha i “prerequisiti”. Ieri, c’erano 4 università bloccate in Francia (su 70), mentre in 10-12 c’era agitazione. L’obiettivo del movimento è il ritiro di Parcoursup. Ma altri elementi di malcontento sono presenti. Macron pensa pero’ che non sia “coagulazione”, cioè quella che l’opposizione chiama convergenza delle lotte.
FONTE: IL MANIFESTO
Photo: By Remontees [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], from Wikimedia Commons
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