Per l’insegnante di Torino licenziamento vicino, come vuole il Pd. Il giudice «scova» il reato nelle frasi dette contro i poliziotti. Intanto Minniti smentito dalla stessa polizia: nessuna bomba con chiodi
TORINO. Esplode dopo sette giorni di incubazione la polemica intorno alla figura di Lavinia Flavia Cassaro, l’insegnate che ha insultato e minacciato i poliziotti che proteggevano i militanti di CasaPound chiusi dentro un albergo torinese, dove tenevano un incontro politico.
La giovane donna, dopo il brevissimo contatto tra i manifestanti e le forze dell’ordine, si staccò dal corteo e avanzò circondata da almeno venti fotografi e cineoperatori: giunta a dieci metri dagli scudi dei poliziotti urlò, tra le altre cose: «Vigliacchi, assassini, dovete morire».
La scenata non durò pochi secondi ma diversi minuti, sempre in un contesto da set cinematografico, durante i quali l’insegnante, con toni alterati, accusò i poliziotti di proteggere i neofascisti che attentano alla Resistenza. Concetto che poi ha ripetuto in altre dichiarazioni nei giorni seguenti.
Pochi giorni fa presso la procura di Torino è stata depositata una segnalazione da parte dei funzionari della Digos, che ipotizzavano il reato di oltraggio a pubblico ufficiale. Il giudice Antonio Rinaudo ieri ha caricato le accuse, e ha iscritto Lavinia Flavia Cassaro nel registro degli indagati anche per istigazione a delinquere e minacce.
L’Ufficio scolastico regionale del Piemonte le ha inoltre notificato un secondo provvedimento disciplinare: l’insegnante torinese era già sospesa dal servizio. La sanzione, che potrebbe essere il licenziamento, è stata prospettata «in considerazione della gravità della condotta tenuta dalla docente – seppur non avvenuta all’interno dell’istituzione scolastica – che contrasta in maniera evidente con i doveri inerenti la funzione educativa, e arreca grave pregiudizio alla scuola, agli alunni, alle famiglie e all’immagine stessa della pubblica amministrazione».
Il primo a chiedere il licenziamento dell’insegnante torinese è stato Matteo Renzi, seguito dalla reprimenda – ma senza la richiesta esplicita della cessazione del rapporto di lavoro – della ministra Fedeli. Dal tourbillon mediatico fuori controllo emerge la figura del senatore Stefano Esposito, partito Democratico, in questi giorni a caccia della rielezione. Scovata una foto in cui si vede l’insegnante torinese cantare con Maura Paoli, consigliera comunale del M5s a Torino, concludeva che Cinque stelle e centri sociali sono la stessa cosa. Informato della fotografia, il candidato premier del M5s Luigi di Maio, “licenziava” la povera Paoli: «Credo che quella consigliera non sia più nel Movimento». Una formula ripetuta per ben due volte. Il licenziamento senza giusta causa della consigliera colpevole di “fotografia indebita” è stato ignorato dai cinque stelle torinesi, che riconducevano la sparata elettorale del loro capo a «stanchezza e confusione».
Lavinia Flavia Cassaro ieri sera ha partecipato al corteo organizzato dai centri sociali torinesi contro l’incontro organizzato da Roberto Fiore, capo di Forza Nuova: i manifestanti, circa trecento hanno raggiunto il sacrario partigiano dei Martiri del Martinetto.
Intanto la Polizia di Stato precisa che i poliziotti feriti durante gli scontri di una settimana fa furono colpiti da schegge di legno e non da chiodi o bulloni. Dunque nessuna «bomba di chiodi», come uscito sui molti media all’indomani dalla manifestazione e sostenuto dal ministro dell’interno Marco Minniti.
FONTE: Maurizio Pagliassotti, IL MANIFESTO
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