Città chiusa e militarizzata. I contro-vertici nelle strade della Capitale. Quattro cortei, due di sinistra, e poi presidi, convegni
Schieramento imponente di 5mila agenti nelle strade, 100 telecamere in più per le manifestazioni. La denuncia dei manifestanti del pomeriggio: “Hanno costruito una narrazione tossica per ostacolare la partecipazione delle persone”
Due aree di massima sicurezza in centro a Roma, 39 varchi di accesso alla zona rossa e alla zona blu, tiratori scelti sui palazzi, traffico di auto, camion e pedoni bloccato, 5mila agenti impiegati nelle strade, 100 telecamere in più per acquisire preventivamente immagini dai quattro cortei e due presidi previsti oggi per contestare il vertice dei 27 capi di stato e primi ministri in occasione del sessantennale del Trattato di Roma». A poche ore dall’attentato jihadista a Westmister a Londra, la Capitale si presenterà in questo modo ai 25 mila partecipanti previsti alle manifestazioni – di destra e di sinistra: impaurita, militarizzata e attraversata da narrazioni tossiche che da tempo hanno puntato l’obiettivo sul corteo «Eurostop» la cui partenza è prevista alle 14 da Porta San Paolo fino alla Bocca della Verità. Su twitter: #noborder, #tempodiriscatto, #noausterity.
Si inizia alle 10 all’Auditorium Angelicum con il convegno «sovranista» organizzato da Fratelli d’Italia: «Italia sovrana in Europa». Un’ora dopo, alle 11 a Piazza Vittorio, è prevista la partenza del corteo di sinistra «La nostra Europa. Unita democratica solidale» – «Libertà di movimento – Europe for all». Arriverà al Colosseo. è organizzato dalla coalizione «La nostra Europa» composta da associazioni, movimenti sociali, sindacati, organizzazioni e attivisti sociali. «L’Europa meticcia, solidale e migrante e lo spazio europeo – sostengono i promotori – è il nostro terreno di azione politica». Hashtag: #lanostraeuropa #libertadimovimento #EuropeForAll.
Sempre alle 11 il movimento federalista europeo organizza una «marcia per l’Europa» da Piazza Bocca della verità fino ad Arco di Costantino e raggiungerà il corteo della «Nostra Europa». Su twitter: #Rome2017ToFedEu #Ioparteciperòperché. Alle 15, a Piazzale Tiburtino, il comizio «per l’uscita dall’Unione europea» con il Partito comunista e il Fronte della gioventù comunista. Il titolo è: «Nessun futuro nell’Unione europea». Su twitter: #25M. Alla stessa ora è previsto il corteo di «Azione nazionale contro i vincoli dell’Euro e dell’Unione europea». Organizza il movimento nazionale per la sovranità di Gianni Alemanno e la Destra di Francesco Storace e Noi con Salvini. Alle 15,30, banchina sotto Castel Sant’Angelo, associazioni come Medici Senza Frontiere, Amnesty International, Amref, Arci nazionale, Baobab e politici come Emma Bonino e Luigi Manconi, per «Not my Europe. Per un’Europa più umana». Infine, dalle 20, al teatro Italia Diem25, il movimento fondato da Yanis Varoufakis, presenterà il suo «European New Deal» in un’iniziativa dal titolo «Il tempo del coraggio».
L’altro capitolo di questa giornata affollata è quello della narrazione mediatica, imbastita nell’ultima settimana. Ieri sette «militanti di centri sociali del Nord-Est» sarebbero stati trovati con capi d’abbigliamento «atti ad occultare l’identità ed impedire l’identificazione». Avrebbero ricevuto un «foglio di via» per un anno, lontano dalla Capitale.
Contro il clima plumbeo romano i soggetti che aderiscono alla manifestazione di sinistra delle 14 denunciano «la narrazione tossica» che parla di terrorismo, di pericoli e limita la partecipazione. Le posizioni sono diversificate: «È una piazza che spaventa perché non vive nelle favole di una Ue diversa, né rimpiange un passato mitico. Non esistono scorciatoie come il ritorno alla sovranità nazionale» si legge sul sito InfoAut. «Continuiamo a pensare che lo spazio europeo sia uno spazio strategico per l’azione dei movimenti» si legge in un’analisi di «Agire nella crisi». «Obiettivo della manifestazione – sostiene la piattaforma «Eurostop» – è portare nel dibattito pubblico una proposta politica con la prospettiva dell’Ital/Exit, della fuoriuscita unilaterale del nostro e di altri paesi dalla gabbia dell’Unione Europea, dell’euro e della Nato».
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