Milano, la mossa della torre mette in fila tutta la sinistra

MIGRANTI Corteo sotto lo pioggia per gli stranieri da 16 giorni in protesta

MIGRANTI Corteo sotto lo pioggia per gli stranieri da 16 giorni in protesta

Tutti sotto la torre. Dalla Fim Cisl alla Cub. Bandiere rosse, centri sociali e gruppi di acquisto solidale. Ieri erano insieme alla manifestazione del comitato immigrati per sostenere i tre stranieri che da 16 giorni resistono sopra la torre dell’ex Carlo Erba di via Imbonati a Milano. Un migliaio di persone, forse di più, hanno sfilato per il quartiere popolare sotto la pioggia battente. Gli immigrati che sono il futuro di questa città e di questo paese sono riusciti nel miracolo di unire la sinistra e portare in piazza un buon numero di cittadini. Così si presenteranno con le carte in regola lunedì prossimo all’incontro decisivo con il prefetto di Milano. Solo a quel punto, se tutto andrà come deve, la situazione si potrà sbloccare e i tre potranno finalmente scendere sani e salvi.
Le tende dove vivono, mangiano e dormono gli antirazzisti in presidio permanente ieri erano fradice. La pessima giornata non premetteva nulla di buono. E soprattutto si temeva che la linea dura voluta dal ministro leghista Maroni, specie dopo l’epilogo della vicenda della gru di Brescia, avrebbe potuto scoraggiare e dividere il fronte antirazzista di Milano. La manifestazione poteva non riuscire. E invece è andata bene. Lo si è capito dopo che il corteo ha cominciato a muoversi per le vie del quartiere. Davanti il camion con la musica, subito dietro gli stranieri, tanti. Poi piccoli ma numerosi spezzoni. Ogni organizzazione ha deciso di mandare una rappresentanza a sostegno della lotta degli immigrati. La mossa della torre, dopo due lunghe settimane, è finalmente riuscita a rendere ognuno consapevole che quelle persone senza diritti non potevano essere lasciate sole e che la loro lotta non può finire con un fallimento. Nell’interesse degli stranieri ma anche nell’intersse di tutti coloro che a Milano non sono organici alla politica razzista di palazzo Marino e delle Lega. E’ veramente raro vedere alla stessa manifestazione il segretario della Camera del lavoro Onorio Rosati, solitamente molto moderato, e i centri sociali, Cantiere e Tranisiti. Tanto meno è facile vedere le bandiere della Fiom, della Cgil, di Cub e Cobas, accanto a quelle della Cisl.
«Basta truffe», gridano gli stranieri. A dettare il ritmo un nordafricano con il megafono sulle spalle di un suo connazionale. «Altra tempra rispetto ai nostri», commenta una signora italiana che di manifestazioni ne ha viste tante. Dalle finestre non può mancare la vecchietta che grida «andate a casa vostra», ma molti applaudono. Sventola una bandiera della pace e dal balcone accanto una signora con il pugno chiuso si affaccia con la badante. Una bambina araba sul camion scatta foto con telefonino. Parte la musica in arabo. Tutti ballano. Anche l’eroico signore che da un chilomerro porta sulle spalle l’uomo con lo speaker. «Brescia, Milano non sono lontano».
Milano però ha l’occasione di dimostrare che non è come Brescia. Qui si è formato una vasto fronte di realtà, associazioni e sindacati che, insieme al comitato immigrati, hanno chiesto al prefetto Gian Valerio Lombardi di aprire un tavolo tecnico sulla questione della sanatoria-truffa. Sorprendentemente hanno firmato proprio tutti. Cgil-Cisl-Uil, Acli, Arci, Naga, Caritas, solo per citare alcuni sigle. Incontreranno Lombardi lunedì e avranno la risposta decisiva. «Il tavolo ha come precondizione – ha spiegato Rosati – l’impegno a trovare soluzioni per i tre sulla torre che non possono essere espulsi». Questo infatti è il risultato minimo da conseguire. Per scendere dalla torre però ai tre stranieri non basta la propria salvezza, chiedono che inizi un trattativa seria anche per i loro compagni truffati. «Il vicesindaco De Corato si astenga dal fare campagna elettorale su questo vicenda -ha concluso Rosati – la linea dura non porta da nessuna parte». Il rischio vero è che la linea dura venga dettata al prefetto milanese dal suo superiore di Roma, Roberto Maroni.
Se la Lega non si mettesse di traverso i tre potrebbero scendere con una piccola grande vittoria. Specialmente dopo la vicenda di Brescia che ha avuto il merito di accendere i riflettori sulla sanatoria-truffa, ma che è anche costata 10 espulsioni. Ieri fino a sera non era ancora chiara la sorte di Mimmo, l’egiziano rispedito in fretta e furia al Cairo solo perché aveva partecipato alla protesta a sostegno degli stranieri sulla gru. Prima del rimpatrio era stato rinchiuso nel Cie di via Corelli dove ieri sera per protesta 15 stranieri sono saliti sul tetto. Arrivato in Egitto Mimmo è stato trattenuto per un giorno e mezzo all’aeroporto, dopo molte ore è riuscito a chiamare Brescia e a vedere il fratello. Gli è stato detto che verrà rilasciato. Il timore è che venga arrestato perché in Egitto esiste il reato di emigrazione clandestina. A Milano non può finire così.

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