Torino. Confermate in appello le altre accuse
TORINO. Il terrorismo non c’entra nulla con i No Tav. Lo hanno ribadito i giudici della Corte d’assise d’appello di Torino assolvendo dall’imputazione di terrorismo i quattro attivisti No Tav che nel maggio 2013 parteciparono all’attacco al cantiere della Torino-Lione di Chiomonte, in Val di Susa. La Corte ha confermato la pena di 3 anni e 6 mesi, comminata in primo grado, nei confronti di Claudio Alberto, Niccolò Blasi, Chiara Zenobi e Mattia Zanotti, per i reati di danneggiamento, fabbricazione e trasporto di armi e resistenza a pubblico ufficiale.
A sostenere l’accusa di terrorismo in secondo grado è stato il procuratore generale Marcello Maddalena, al suo ultimo processo, che per i quattro aveva chiesto una condanna a 9 anni e 6 mesi, rilanciando l’ipotesi avanzata in primo grado dai pm Padalino e Rinaudo e già scartata dal tribunale di primo grado. Nella mattinata il pg aveva sottolineato che «il sabotaggio è considerato terrorismo dalla legge» rievocando la storia del «traliccio di Segrate dove trovò la morte Giangiacomo Feltrinelli». Nel 1979, ha ricordato il pg, «le Brigate Rosse lessero un comunicato, durante un processo, in cui spiegavano che Osvaldo (riferendosi a Feltrinelli, ndr) non era una vittima, ma un rivoluzionario caduto combattendo in una operazione di sabotaggio».
Il processo ha riguardato l’assalto avvenuto nella notte tra il 13 e il 14 maggio 2013: un gruppo di persone incappucciate prese di mira il cantiere con un fitto lancio di petardi e oggetti. Quella sera fu incendiato un generatore. La procura di Torino ipotizzò l’accusa di attentato con finalità di terrorismo. E a dicembre finirono in carcere i 4 No Tav di area anarchica, sottoposti per un anno a un regime detentivo di massima sicurezza e ora ai domiciliari. Ieri sono usciti dall’aula bunker delle Vallette fra abbracci e applausi dei numerosi No Tav presenti.
L’avvocato della difesa Claudio Novaro, ha commentato: «Per la quinta volta un’autorità giudiziaria ci ha dato ragione, affermando che il teorema terrorismo non c’entra con i fatti in questione. E’ forse ora che la Procura di Torino cominci a porsi domande». Secondo Alberto Perino, leader storico del movimento, «ha vinto la Maddalena Libera Repubblica e non Maddalena che pensava fossimo ’terroristi’, la procura si è voluta intestardire ed è stata sconfitta un’altra volta, facendo sprecare soldi e tempo ai cittadini».
Ieri, l’Autorità garante della concorrenza ha invece sancito «l’incompatibilità post-carica» di Mario Virano, già Commissario straordinario del governo per la Tav Torino-Lione, in relazione al suo incarico di direttore generale di Telt.
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