Un ex militare britannico è stato arrestato con l’accusa d’aver sparato a uno dei 14 manifestanti repubblicani uccisi dal fuoco delle truppe di Sua Maestà su una marcia pacifica a Londonderry nella Bloody Sunday che nel gennaio 1972 innescò la rivolta in Irlanda del Nord
L’uomo, all’epoca dei fatti in servizio nel Reggimento Paracadutisti di stanza in Ulster, è il primo – riferisce la Bbc – a finire nella rete di una nuova indagine avviata sui fatti di quella giornata che nella memoria collettiva è stata tramandata come ‘Bloody Sunday’ è stato preso in consegna dalle forze di polizia e trasferito in un centro di detenzione della Contea di Antrim dopo essere stato sottoposto a interrogatorio a Belfast da inquirenti del pool del cosiddetto Legacy Investigation Branch dell’Irlanda del Nord, chiamato a indagare proprio sulle vicende storiche del conflitto. In particolare, l’uomo è stato interrogato sulla morte di tre delle vittime della strage: William Nash, Michael McDaid e John Young. L’arresto è stato confermato anche dal ministero della Difesa di Londra, che non ha però rilasciato commenti.
L’ispettore Ian Harrison ha poi sottolineato che questo primo arresto, dopo quasi 44 anni, “segna una fase nuova dell’intera inchiesta”, destinata a “proseguire per qualche tempo”. La “Domenica di Sangue” del ’72 rappresenta un momento decisivo e simbolico nella vicenda nordirlandese e dello scontro dei repubblicani contro Londra e contro gli unionisti. In quel giorno, secondo le ricostruzioni più accreditate, militari inglesi spararono a freddo su un corteo, uccidendo 13 persone. Una quattordicesima mori’ in ospedale il giorno seguente.
Quella tragica giornata, che ha segnato la coscienza collettiva di una intera generazione (e non soltanto in Gran Bretagna), ha ispirato una delle più celebri canzoni degli U2, Sunday Bloody Sunday. La vicenda è stata portata anche sugli schermi del cinema nel 2002 dal regista Paul Greengrass: Bloody Sunday, interpretato da Marie Gillain e James Nesbitt, era tratto dal libro Eyewitness Bloody Sunday di Don Mullan.
0 comments