IL DOVERE DI TRAMANDARLA ALLE FUTURE GENERAZIONI

La notizia che a Pompei è crollata la casa dei gladiatori mi ha scioccato e mi ha fatto orrore. Ma non mi ha sorpreso.
È tanto tempo che venivano lanciati allarmi su un simile rischio per numerosi edifici di questa città  che è la più impressionante testimonianza rimasta dell’epoca romana.

La notizia che a Pompei è crollata la casa dei gladiatori mi ha scioccato e mi ha fatto orrore. Ma non mi ha sorpreso.
È tanto tempo che venivano lanciati allarmi su un simile rischio per numerosi edifici di questa città  che è la più impressionante testimonianza rimasta dell’epoca romana. Evidentemente le autorità non hanno preso le misure necessarie, nonostante il pericolo fosse ben chiaro. Il paradosso di Pompei è che essa è rimasta perfettamente conservata fino a che l´uomo l´ha lasciata sepolta sotto le ceneri e la terra; poi, quando l´abbiamo riscoperta e fatta riapparire alla luce del sole, ha iniziato a dissolversi. Siamo così di fronte a un dilemma: più gente visita Pompei, più Pompei viene distrutta.
Occorre dunque trovare un equilibrio tra il desiderio e direi la necessità di visitare queste magnifiche vestigia del passato, e l´esigenza di preservarle per sempre o perlomeno il più a lungo possibile, per le generazioni future. Milioni di persone visitano Pompei ogni anno. Credo in effetti che sia il sito archeologico più visitato del mondo. Sarebbe ingiusto impedire questa curiosità, questa voglia di apprendere da dove veniamo, come eravamo, così utile per comprendere chi siamo oggi. Ma occorre proteggere meglio Pompei, con iniziative di intervento conservazionista sulle sue rovine, e forse anche ripensando il modo in cui il luogo è aperto al pubblico. Può darsi che non sia più proponibile permettere un accesso illimitato a qualsiasi ora, consentire alla gente di muoversi liberamente, per le strade dell´antica città. Può darsi che sia venuto il momento di regolare l´accesso stabilendo quote numeriche per le diverse fasce orarie della giornata e visite guidate su determinati percorsi.
Io stesso ho visitato Pompei molte volte, per interesse personale e per preparare il mio romanzo che porta il nome della città. Ho passato lunghe ore nelle sue strade. Ho imparato a conoscerla bene, come una città ancora viva. È un luogo magico, incantato. È impossibile non sentirsi emozionati e direi anche cambiati, dopo averla visitata. Ed è utile visitarla, specialmente per i bambini e gli studenti in genere, è il modo migliore per incoraggiare lo studio della storia, la conoscenza del passato. Però, ripeto, nei dieci anni in cui ho frequentato assiduamente Pompei, ho sentito continuamente storie sul pericolo che potesse crollare e gradualmente scomparire. Bisognava fare qualcosa prima che accadesse. È urgente fare qualcosa adesso, dopo questo crollo.
Sono arrivato a immaginare un romanzo su Pompei in via obliqua. Volevo in realtà scrivere un libro sugli Stati Uniti, su come una grande potenza, la più grande superpotenza della terra, si senta invulnerabile, ma sia in realtà vulnerabile ugualmente, sottoposta alle leggi della natura e a minacce di altra natura. Era prima dell´attacco terroristico dell´11 settembre. Cominciai a scrivere quel libro, ma non mi convinceva. Poi ebbi l´idea di affrontare lo stesso tema in modo allegorico, parlando della più grande superpotenza dell´antichità, l´Impero romano, e della tragica fine di Pompei vista come un segnale di fragilità, un sintomo di quella decadenza che poi sarebbe venuta anche per Roma. Visitandola, ho scoperto quanto fosse avanzata la civiltà romana. Quanto Pompei fosse simile a una città moderna, avendone in effetti tutti gli aspetti, tutte le caratteristiche. 
Il mio romanzo ha avuto successo, è stato tradotto in tante lingue. Sicché in un certo senso mi sento responsabile anch´io di avere creato ancora più curiosità per Pompei, di avere spinto altra gente a visitarla e in tal modo a renderla più fragile, più esposta. Ma non si può negare alle nuove generazioni di conoscerla Dobbiamo, tuttavia, fare in modo che possano visitarla anche i nostri figli e i figli dei nostri figli, e coloro che verranno dopo. La buona notizia è che gli scavi non hanno fatto emergere tutta Pompei, ce n´è una parte ancora sepolta, nascosta. Lasciamola lì, in attesa che nuovi metodi di conservazione vengano scoperti, affinché Pompei possa continuare a esistere anche nel futuro.
(testo raccolto da Enrico Franceschini)

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