ROMA - Ci sono voluti cent'anni di storia, ma alla fine una donna ha conquistato il vertice della Cgil. ">

La Cgil diventa rosa, via all’era Camusso

Il direttivo nomina il nuovo leader con il 79% di voti. Manca l’appoggio dei metalmeccanici   

Auguri da tutte le forze politiche Epifani: “Abbiamo colmato un ritardo inaccettabile””Al sindacato delle tutte blu chiedo non solo di difendere ma di fare proposte”

ROMA – Ci sono voluti cent’anni di storia, ma alla fine una donna ha conquistato il vertice della Cgil.

Il direttivo nomina il nuovo leader con il 79% di voti. Manca l’appoggio dei metalmeccanici   

Auguri da tutte le forze politiche Epifani: “Abbiamo colmato un ritardo inaccettabile””Al sindacato delle tutte blu chiedo non solo di difendere ma di fare proposte”

ROMA – Ci sono voluti cent’anni di storia, ma alla fine una donna ha conquistato il vertice della Cgil. Da ieri Susanna Camusso è il nuovo segretario generale del più grande sindacato italiano: il consiglio direttivo l´ha eletta con il 79,1 per cento dei consensi, i voti contrari sono stati il 13,3 per cento, gli astenuti il 7,6.
Con fiori, abbracci, standing ovation e una manciata di cornetti rossi portafortuna regalati alla nuova leader si apre quindi l´era del dopo-Epifani. «Sarà un´avventura difficile» ha detto la Camusso, che si trova a guidare la Cgil in un momento in cui la crisi è tutt´altro che chiusa, l´unità sindacale è un ricordo lontano, la Fiat una questione molto spinosa e complessa e anche sul fronte interno c´è qualche problema con la Fiom.
Parte dei 21 voti contrari sono arrivati proprio dalle tute blu, la cui ala minoritaria considera la sua impronta troppo moderata. «Non condividiamo il programma, c´è un problema di democrazia interno» ha commentato Giorgio Cremaschi, che rappresenta la corrente di minoranza «la Cgil che vogliamo». Parole davanti alle quali la Camusso non ha fatto una piega. «Con la Fiom in qualche occasione abbiamo avuto discussioni e opinioni diverse, ma nessuno dimentica che le esigenze dei metalmeccanici sono quelle dei lavoratori». Al sindacato delle tute blu, però, «chiediamo che non sappia solo difendere, ma anche proporre».
Per il resto parole molto chiare per il governo: «Non fa nulla per il paese e come paese non ce lo meritiamo». Una dura stoccata all´idea che Berlusconi ha del ruolo femminile: «La condizione delle donne – ha detto – è il metro di misure della democrazia e su questo il paese non sta tanto bene. Bisogna riconquistare la capacità di indignarsi e continuerò a sollecitare indignazione e reazione». Una bella tirata d´orecchie anche al ministro Brunetta che, in quanto femmina, si aspetta da lei una «maggiore flessibilità rispetto al Epifani». «Ha un´idea sbagliata delle donne e del lavoro» gli ha risposto la Camusso.
Un debutto deciso, dunque, osannato da una marea di «benvenuta» e di congratulazioni. A partire da quelle di Berlusconi stesso – che si augura «di poter operare insieme nell´interesse supremo del paese e dei suoi cittadini» – e del ministro Sacconi, che spera in lei per una «maggiore disponibilità alla mediazione sindacale». Stesso augurio che le fanno Bonanni, leader della Cisl, che spera di trovare «un percorso unitario», e Angeletti, leader della Uil che con lei si augura di avere «rapporti meno complicati». Auguri e complimenti le sono arrivati dalla Confindustria, da Fini, Schifani e praticamente da tutto l´arco politico: da Bersani all´Udc. L´unica a non essersi espressa è stata la Lega.
Fa molto effetto il fatto che il leader della Cgil sia una donna, anche se la Camusso ha alle spalle trentacinque anni di esperienza sindacale. La Carfagna, ministro delle Pari opportunità ha parlato di «svolta epocale che, come donna, mi riempie d´orgoglio». Oggi il passaggio delle consegne con Guglielmo Epifani che di lei dice «sarà un grande segretaria generale, è la mia segretaria, con una donna alla guida abbiamo colmato un ritardo non accettabile».

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