Pio XII, gli ebrei attaccano la Rai “Quella fiction è solo propaganda”

  Di Segni: una patacca. Ma Bernabei: non è a senso unico.  L’occupazione nazista di Roma e i silenzi del pontefice sulla deportazione degli ebrei

 

  Di Segni: una patacca. Ma Bernabei: non è a senso unico.  L’occupazione nazista di Roma e i silenzi del pontefice sulla deportazione degli ebrei

  «Una patacca propagandistica, un´opera apologetica a senso unico che fa torto alla storia e alla verità». Non usa mezzi termini il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, quando – dopo averla visionata in anteprima – stronca senza mezzi termini la fiction su Pio XII “Sotto il cielo di Roma” trasmessa dalla Rai in due parti.
Un giudizio fermamente respinto da Ettore Bernabei, presidente della Lux vide, la casa produttrice del film, che controbatte: «Non è un´opera a senso unico, apologetica e nemmeno agiografica, ma il racconto di uno dei momenti storici più tragici di Roma e degli ebrei romani, tanti dei quali furono salvati nei conventi e nelle chiese su decisione del Vaticano».
La ficition – trasmessa da RaiUno domenica e lunedì sera – racconta i tragici mesi dell´occupazione nazista di Roma, della deportazione degli ebrei del Ghetto e del bombardamento del quartiere di San Lorenza da parte degli Alleati. “Sotto il cielo di Roma” non sembra destinato ad essere immune da critiche e riserve, specialmente da parte di chi – come la comunità ebraica romana – pagò prezzi altissimi a causa dell´oppressione nazifascista che culminò, tragicamente, con la razzia degli ebrei del Ghetto del 16 ottobre 1943. Un episodio tra i più drammatici del secondo conflitto mondiale avvenuto a Roma e sul quale ad oltre 60 anni di distanza si è ancora in attesa di una definitiva parola di chiarezza dal punto di vista storico specialmente sul ruolo svolto dall´allora pontefice, Pio XII, che fu accusato di essere stato in “silenzio” di fronte alla razzie degli ebrei romani malgrado i pubblici apprezzamenti della premier israeliana Golda Meir e del congresso ebraico degli Usa.
«Questo sceneggiato è semplicemente una patacca che persegue una finalità ben precisa, cioè quella di dimostrare l´assoluta bontà di quel Pontefice e la giustificazione politica e morale di tutto ciò che ha fatto», taglia corto il rabbino Di Segni in una intervista dedicata a “Sotto il cielo di Roma” che sarà pubblicata su Shalom, il mensile della Comunità ebraica di Roma. Il ruolo di Pio XII durante l´occupazione nazista di Roma, sostiene ancora il rabbino capo, «è una questione quanto mai controversa che non si può esaurire con una discussione rapida e semplificata che finisce con una assoluzione finale ed apologetica, senza mostrare tutti gli aspetti e tutti i dati. Lo dico con particolare rammarico personale avendo collaborato anni fa con la Lux Vide, la società produttrice della fiction, che quando produceva film di argomenti biblici era sempre attenta alle diverse sensibilità». «Non abbiamo raccontato il pontificato di Pio XII, ma solo i mesi dell´occupazione nazista di Roma dal luglio del ‘43 al giugno del ‘44, occupandoci quindi di tutti i problemi della città e della comunità ebraica durante quel periodo, senza fare apologie, ma basandoci su documentazioni storiche», controbatte Ettore Bernabei. «Siamo stati attentissimi a rispettare la sensibilità degli ebrei, ma anche a raccontare gli aiuti che nei conventi e nelle chiese furono organizzati per salvare gli ebrei dai rastrellamenti. Certo, è un film e come tutti i film non può essere perfetto. Ma lo abbiamo fatto con coscienza. Non ho partecipato alla sceneggiatura, ma ho dato un mio contributo di esperienza avendo vissuto direttamente quegli anni, basandomi anche sull´insegnamento di un grande maestro come Giorgio La Pira, universalmente riconosciuto come il profeta moderno delle tre grandi religioni, il cristianesimo, l´ebraismo e l´islam».

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