Terrorismo. La polizia potrà fare controlli sulle comunicazioni e i dati contenuti nei computer
La necessità di contrastare il terrorismo internazionale rischia di trasformarci tutti e a nostra insaputa in sorvegliati speciali. Il pericolo, per niente teorico, è contenuto nel decreto antiterrorismo varato dal governo e in discussione alla Camera. Salvo correzioni dell’utimo minuto, il testo licenziato dalle Commissioni Difesa e Giustizia prevede infatti la possibilità per la polizia di utilizzare programmi che consentono di controllare da «remoto» le comunicazioni e i dati presenti in un sistema informatico, ma anche di effettuare intercettazioni preventive sulle reti informatiche. Una possibilità che al momento non è limitata ai soli sospetti di terrorismo, ma estesa a tutti i cittadini indiscriminatamente. «Una svista» per il deputato di Scelta civica Stefano Quintarelli che per primo ha denunciato i rischi di un nuovo e più esteso Grande fratello dal quale sarebbe impossibile difendersi. La speranza è che ora l’aula intervenga correggendo il tiro e introducendo paletti che limitino i controlli a soli soggetti sospetti tutelando di più la privacy dei cittadini.
Ma non si tratta dell’unica novità introdotta dalle commissioni. Un emendamento del relatore Pd Andrea Manciulli e chiamato «anti-Greta e Vanessa» dal nome delle due volontarie rapite e poi rilasciate in Siria, introduce per la prima volta la responsabilità individuale per quanti decidono di recarsi in Paesi considerati a rischio dalla Farnesina. Un modo per scoraggiare viaggi in aree considerate pericolose e come tali indicate sul sito del ministero degli Esteri. «Resta fermo — specifica la norma -, che le conseguenze dei viaggi all’estero ricadono nell’esclusiva responsabilità individuale e di chi si assume la decisione di intraprendere o di organizzare i viaggi stessi».
Ieri, mercoledì, il decreto è stato bloccato in attesa di un parere del governo su alcun emendamenti per i quali manca la copertura di spesa.
La situazione dovrebbe sbloccarsi oggi, ma visti i 250 emendamenti presentati dalle opposizioni, palazzo Chigi sta valutando la possibilità di un ricorso al voto di fiducia in modo da poter licenziare il testo martedì prossimo. Già oggi, però, si saprà se saremo destinati a perdere una grossa fetta della nostra libertà. A rischio non c’è infatti solo il contenuto di una conversazione telefonica, ma tutto ciò che abbiamo inserito nel nostro computer ritenendolo al sicuro da occhi indiscreti: fotografie, scritti, filmati, registrazioni, appunti di lavoro, corrispondenza con gli amici.
Tutta una vita a disposizione di chi sarà addetto ai controlli. Tecnicamente questo sarà possibile grazie a captatori informatici (Trojan, Keylogger, sniffer ecc.) che dopo essere stati scaricati casualmente consentiranno alle autorità di sicurezza di accedere ai nostri dati senza limiti di tempo. «Con questo emendamento l’Italia diventa, per quanto a me noto, il primo paese europeo che rende esplicitamente ed in via generalizzata legale e autorizzato la “remote computer searches“ e l’utilizzo di captatori occulti da parte dello Stato!», scrive Quintarelli sul suo sito. «L’uso di captatori informatici quale mezzo di ricerca delle prove — prosegue — è controverso in tutti i paesi democratici per una ragione tecnica: con quei sistemi compio una delle operazioni più invasive che lo Stato possa fare nei confronti dei cittadini».
E’ opportuno ricordare come solo due giorni fa il garante per la privacy Antonello Soro ha espresso preoccupazione per la mancata proporzionalità esistente nel decreto tra le esigenze della privacy e della sicurezza.
Il decreto prevede inoltre altre misure finalizzate contrastare il terrorismo internazionale. Si va dallo stanziamento di 40 milioni di euro per la missione mare sicuro nel Mediterraneo, all’affidamento al procuratore nazionale antimafia anche delle indagini sul terrorismo.
Prevista inoltre la reclusione dai 5 agli 8 anni di carcere per i foreign fighters, l’aggravante se reati come l’arruolamento e la propaganda vengono effettuati via web e la perdita della patria potestà per i condannati per associazione terroristica che abbiamo coinvolto dei minori nella realizzazione del reato. Infine il decreto consente l’arresto in flagranza per gli scafisti, i promotori, gli organizzatori e i finanziatori dei viaggi dei migranti. oltre all’assuzione di 150 carabinieri e all’aumento di 300 unità del contingente impiegato nell’operazione stade sicure.
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