Senza prendere il potere

DEMOCRAZIA CHILOMETRO ZERO
Bizzarro assai: l’incontro in programma il 6 e 7 novembre a Grottammare (Ascoli Piceno) che vorrei segnalare si intitola «Cambiare l’Italia senza prendere il potere». L’allusione è ovviamente al titolo del libro di John Holloway che ha fatto discutere in mezzo mondo, «Cambiare il mondo senza prendere il potere», e la cosa si presta a qualche facilissima ironia: siccome il potere è irraggiungibile, si fa di necessità  virtù.

DEMOCRAZIA CHILOMETRO ZERO
Bizzarro assai: l’incontro in programma il 6 e 7 novembre a Grottammare (Ascoli Piceno) che vorrei segnalare si intitola «Cambiare l’Italia senza prendere il potere». L’allusione è ovviamente al titolo del libro di John Holloway che ha fatto discutere in mezzo mondo, «Cambiare il mondo senza prendere il potere», e la cosa si presta a qualche facilissima ironia: siccome il potere è irraggiungibile, si fa di necessità  virtù. Ma dato che conosco gli organizzatori del convegno, e coloro che vi parteciperanno, penso che il senso sia un altro. Tanto più che si tratta di riprendere il filo del dibattito iniziato un anno fa circa alle Piagge di Firenze e che diede luogo a una potenziale rete chiamata «Democrazia chilometro zero» (la cui sigla è DKm0). Infatti, ad aprire la discussione sarà tra altri Alessandro Santoro, prete delle Piagge, rimosso a suo tempo dal suo vescovo e tornato alla base grazie alla sollevazione che ne seguì. E Alessandro è una garanzia, quanto a rapporto con il potere. Ma poi chi ha faticato per metter su l’incontro è una associazione marchigiana, «Luoghi comuni», la quale, insieme a molte altre associazioni e reti candidò alla presidenza della Regione Massimo Rossi, già sindaco di Grottammare (città recidiva, in queste faccende di democrazia dal basso) e presidente della Provincia di Ascoli: risultato, 7 per cento. Ci saranno poi (il programma completo è su www.luoghi-comuni.org, dove si trovano anche gli indirizzi se si è interessati a partecipare) Claudio Giorno, dei No Tav valsusini, Ornella De Zordo, della lista «Perunaltracittà» di Firenze, Chiara Spadaro, dei No Dal Molin di Vicenza, tutti movimenti cittadini che hanno tentato la via delle istituzioni locali presentando liste di cittadinanza alle amministrative e perfino «prendendo il potere», come in alcuni comuni della Val di Susa, ma sulla base di una filosofia, diciamo così, del governo locale, e un rapporto con i cittadini organizzati, che ne fanno esperimenti preziosi di possibili vie di fuga dalla crisi della rappresentanza, quel che Mario Pezzella, docente pisano anch’egli presente a Grottammare, ha chiamato «democrazia dello spettacolo». Con loro, scambieranno idee persone che lavorano sotto il palco dello spettacolo diuturno della «democrazia»: Marco Bersani del Forum dei movimenti dell’acqua (un milione e quattrocentomila firme per l’acqua pubblica), Davide Biolghini delle Reti dell’economia solidale, Tonio Dell’Olio di Libera, lo stesso sindaco di Grottammare, Luigi Merrli, della Rete del Nuovo Municipio, Anna Picciolini della Rete@sinistra, più urbanisti del «consumo di suolo zero», più persone dalle reti del Veneto o della Campania o della Basilicata. Più uno studioso-attivo come Guido Viale. Eccetera.
Cos’è che unisce queste diverse persone ed esperienze? Per ora solo una intuizione, a me pare, quella che sta scritta nell’invito all’incontro: «Siamo in tanti ad associarci e a resistere, nei territori, alla cancellazione dei diritti, al consumo di suolo, ad una ‘green economy’ malintesa, alla privatizzazione dei beni comuni (acqua, paesaggio, spiagge…), alla distruzione della ruralità, alla precarizzazione della vita e del lavoro. È molto – dice il testo – ma non basta. Vorremmo non limitarci a contrastare decisioni prese, ma essere lievito di una rigenerata democrazia, di nuove colleganze tra cittadinanza ed istituzioni». Non basta resistere, dicono i marchigiani di DKm0, perché, come suggerisce Miguel Benasayag, «resistere è creare», e ora si tratta di creare il reticolo concreto, le relazioni, i progetti e le idee, che fanno da premessa necessari ad ogni passo ulteriore. Perciò la risposta alla domanda «ma che c’entra questa DKm0 con i diversi tentativi di battere Berlusconi per la via elettorale, ad esempio Vendola?», è: senza questa premessa si batterà forse Berlusconi alle elezioni, ma non si batterà il berlusconismo, ossia non si rigenererà la democrazia. Che è, in certo modo, anche l’ambizione di eventi come la grande manifestazione Fiom del 16 ottobre, nonché dell’incontro di Teano appena terminato (e di ambedue gli eventi si sono invitati i promotori). Infine, «senza prendere il potere» è una indicazione di metodo: se chi vuole cambiare le cose non si libererà del professionismo della politica e della competizione attorno ai posti di potere, i disastri come quello della sinistra politica alle ultime elezioni saranno inevitabili.
sullo.zero@gmail.com

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