«Non ci può essere compromesso tra servo e padrone. E tra la libertà e l’oppressione, io scelgo la libertà». Parole pesantissime, cadute come sale nella ferita che si è aperta in Syriza dopo l’intesa con l’Eurogruppo
ATENE . Il primo schiaffo ad Alexis Tsipras arriva, a sorpresa, da sinistra. Autore: Manolis Glezos, eroe della Resistenza ellenica ai nazisti, storica icona (ed europarlamentare) di Syriza. Che ieri mattina – dopo una notte insonne – ha preso carta e penna e messo nero su bianco la sua delusione per l’accordo con l’Eurogruppo: «Avevamo promesso di mandare a casa la Troika e di stracciare il memorandum e non l’abbiamo fatto – ha scritto dando voce ai mal di pancia che serpeggiano nell’ala più radicale del partito -Chiedo scusa ai greci per aver contributo a illuderli». Poi la chiamata alle armi, come ai tempi della guerra: «Prima che il male avanzi e sia troppo tardi, dobbiamo reagire! Troviamoci in assemblea e discutiamo, Sapevo che avremmo dovuto scendere a patti. Ma questo è troppo. Non ci può essere compromesso tra servo e padrone. E tra la libertà e l’oppressione, io scelgo la libertà». Parole pesantissime, cadute come sale nella ferita che si è aperta in Syriza dopo l’intesa con l’Eurogruppo.
«Forse non è bene informato» hanno provato a minimizzare gli uomini più vicini al premier che spiegano la sua rabbia anche con la mancata elezione del 93enne simbolo della sinistra alla Presidenza della Repubblica («lui ci teneva molto», sostengono). Il siluro però, visto da dove è partito, fa molto male a Tsipras. Glezos, con i suoi lunghi capelli bianchi, i baffoni e il volto segnato dalle rughe, è un pezzo di storia della Grecia. A 18 anni, nel ’41, si è arrampicato all’alba sull’Acropoli per ammainare la bandiera nazista, dando così il via alla resistenza in tutta Europa. Sotto i Colonnelli è finito per quattro anni in carcere e dopo la caduta della Giunta è diventato la spina nel fianco, rigorosamente da sinistra, del duopolio Pasok-Nea Demokratia e delle loro politiche clientelari. All’alba dei 90 anni, quando ad Atene è arrivata la Troika, è tornato in piazza, finendo più volte in mezzo ai lacrimogeni e ai tafferugli con la polizia per protestare contro l’austerity. Il premier ieri ha incassato l’attacco senza reagire. Il problema però è che quella di Glezos – all’interno di Syriza – non è una voce isolata. La minoranza di Piattaforma di sinistra, forte del 30% del Comitato centrale, è sul piede di guerra. Nel nome della Realpolitik ha mandato giù l’intesa governativa con la destra di Anel e l’elezione a presidente della repubblica di Paki Pavlopoulos, uomo di Nea Demokratia. L’accordo con Bruxelles rischia però ora di dividere in due il partito. «Voglio bene a Glezos, ma questo è il momento in cui dobbiamo stare uniti e far quadrato attorno a Tsipras», ha detto Dimitris Papadimoulis, vicepresidente (targato Syriza) del Parlamento europeo. Si vedrà nei prossimi giorni se i compagni di partito daranno retta a lui o al vecchio partigiano.
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