La scuola antifascista al tempo delle nuove destre

Milano. Centinaia di persone, tra cui molti studenti, ieri sera hanno presidiato piazza della Scala per protestare contro una manifestazione che Forza Nuova avrebbe voluto organizzare davanti a Palazzo Marino

Milano. Centinaia di persone, tra cui molti studenti, ieri sera hanno presidiato piazza della Scala per protestare contro una manifestazione che Forza Nuova avrebbe voluto organizzare davanti a Palazzo Marino. Solo dopo la mobilitazione antifascista la questura ha revocato l’autorizzazione. Sabato scorso, davanti a un liceo milanese, nuova aggressione durante un volantinaggio. Gli studenti si interrogano su come mobilitarsi per chiudere spazi di agibilità ai militanti sempre più aggressivi delle nuove destre

Potrebbe sem­brare ridut­tivo comin­ciare col porsi una domanda piut­to­sto sem­plice, ma ormai la cro­naca di ogni giorno dice che siamo arri­vati al dun­que, anche a Milano: come si fa ad evi­tare di pren­dersi un caz­zotto in fac­cia ogni volta che i fasci­sti si pre­sen­tano davanti a una scuola con i loro volan­tini? Sem­bra un det­ta­glio, ma non lo è. Final­mente, comin­ciano a chie­der­selo in molti, e non solo gli stu­denti che in que­sti mesi stanno impa­rando che l’antifascismo mili­tante stanco e rituale aggrega poco e forse non basta più, e che biso­gna rico­min­ciare dac­capo inven­tan­dosi nuove pra­ti­che più coin­vol­genti, magari per tor­nare a “fare scuola”.

Se ne stanno accor­gendo anche gli anti­fa­sci­sti più “isti­tu­zio­nali”, per­sone che hanno già dato ma che vista l’urgenza sanno ancora por­tare in piazza i riflessi giu­sti: i par­titi della sini­stra tra­di­zio­nale ridotti ai minimi ter­mini, l’Anpi (che dovrebbe farlo per mestiere) e anche la Camera del Lavoro, che pro­prio in que­sti giorni parla di “vigi­lanza demo­cra­tica” uti­liz­zando una ter­mi­no­lo­gia antica su cui oggi andrebbe ria­perta una discus­sione seria (vigi­lare, ma come?). Ieri sera, una buona rap­pre­sen­tanza di que­sto mondo, cen­ti­naia di per­sone, si è ritro­vata in piazza della Scala per un pre­si­dio con­tro un raduno di Forza Nuova. Uno stu­dente del liceo clas­sico Car­ducci, mega­fono in mano, dia­lo­gando con la piazza ha messo il dito nella piaga: “Non mi ver­go­gno a dirlo, io oggi sono venuto qui da solo”.

Alla fine Forza Nuova, dopo che la que­stura ha vie­tato il pre­si­dio con­tro le moschee pre­vi­sto davanti a Palazzo Marino, non si è fatta vedere, ma resta il fatto che ormai anche a Milano e din­torni le for­ma­zioni di estrema destra hanno con­qui­stato un’agibilità impen­sa­bile fino a qual­che tempo fa; e non è un caso se è pro­prio nelle scuole che si affac­ciano con sem­pre più insi­stenza. L’ultimo a farne le spese è stato uno stu­dente del liceo scien­ti­fico Leo­nardo — molti suoi com­pa­gni ieri erano in piazza — col­pito sabato scorso con un pugno in fac­cia. La dina­mica è sem­pre la stessa, alcuni stu­denti di Lotta stu­den­te­sca volan­ti­nano e pro­vo­cano, men­tre poco distanti si piaz­zano alcuni qua­ran­tenni pronti ad inter­ve­nire per dare una mano. E’ già suc­cesso più volte in diversi licei della città.

L’Unione degli Stu­denti sem­bra inten­zio­nata a ripar­tire da qui con più deter­mi­na­tezza del solito. “Forza Nuova è un’organizzazione neo­fa­sci­sta, for­te­mente xeno­foba e revi­sio­ni­sta e, in quanto tale, anti­co­sti­tu­zio­nale. Nono­stante ciò le isti­tu­zioni e la que­stura danno coper­tura ai fasci­sti e ai loro gruppi di fac­ciata”, scrive l’Uds. “Non devono essere con­cessi spazi e auto­riz­za­zioni a gruppi neo­fa­sci­sti”, men­tre ieri solo per via del pre­si­dio anti­fa­sci­sta la que­stura ha revo­cato l’autorizzazione a Forza Nuova.

Daniele Farina (Sel) ha chie­sto al mini­stro degli Interni Alfano di rife­rire sull’aggressione al liceo Leo­nardo: “Simili epi­sodi, pur­troppo sem­pre più fre­quenti, testi­mo­niano l’espansione anche a Milano di idee e metodi che pen­sa­vamo e soprat­tutto auspi­ca­vamo can­cel­lati dalla sto­ria. Anche per que­sto è oppor­tuno alzare la guar­dia verso cul­ture e orga­niz­za­zioni che ormai ope­rano nel silen­zio se non nel com­pia­ci­mento generale”.

Per troppi anni la guar­dia è stata abbas­sata, e nel 2015 la sini­stra si trova spiaz­zata di fronte a feno­meni che si ripro­pon­gono sem­pre con le stesse dina­mi­che. Non ren­der­sene conto, per esem­pio, signi­fica sot­to­va­lu­tare ciò che è acca­duto al cen­tro sociale Dor­doni di Cre­mona due set­ti­mane fa, quando alcuni mili­tanti di Casa­Pound solo per caso non hanno ucciso un uomo a calci in fac­cia (Emi­lio è appena uscito dal coma). Non sono sca­ra­mucce, o cose da “ragaz­zacci” dei cen­tri sociali lasciati soli nelle piazze anti­fa­sci­ste, per­ché è evi­dente che la “con­tro­parte”, in assenza di argini poli­tici e isti­tu­zio­nali, si sta orga­niz­zando al meglio per appro­fit­tare di una fase sto­rica favo­re­vole alle peg­giori derive fasci­ste. E per la prima volta con un “gan­cio” nelle isti­tu­zioni che la destra estrema non ha mai avuto nem­meno quando a Milano stava di casa in piazza San Babila. Dopo lo scorso otto­bre, con i fasci­sti in piazza Duomo a brac­cetto con la Lega, sarà ben chiaro il pros­simo 28 feb­braio, quando Mat­teo Sal­vini sfi­lerà a Roma con­tro il governo di Mat­teo Renzi. In com­pa­gnia di CasaPound.

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