Altro che Ivan «il Terribile»

Davvero grazie a Ivan Bogdanov – Ivan il Terribile, per le tifoserie nostrane – e alle squadracce di ultras d’estrema destra serbe che hanno seminato violenza per le strade di Genova antifascista, arrivate di tutto punto con l’intento autolesionista di far fallire la partita e con essa l’immagine della Federazione calcio di Belgrado, del governo e della presidenza Tadic.

Davvero grazie a Ivan Bogdanov – Ivan il Terribile, per le tifoserie nostrane – e alle squadracce di ultras d’estrema destra serbe che hanno seminato violenza per le strade di Genova antifascista, arrivate di tutto punto con l’intento autolesionista di far fallire la partita e con essa l’immagine della Federazione calcio di Belgrado, del governo e della presidenza Tadic. Se c’era ancora bisogno di uno sforzo per far apparire, a tutti i costi, come del resto gran parte della stampa internazionale e italiana hanno sempre fatto, l’intero popolo serbo come «brutto, sporco e cattivo», una massa indistinta di violenti e provocatori, ecco che è finalmente riuscito. Anche perché sono riusciti ad evocare il legame indissolubile tra curve «sportive» e nazionalismo estremo. Come fu a fine anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta quando, proprio da quel mondo disperato, le milizie di tutte le etnie – serbe, croate e musulmane – arruolarono il fior fiore dei loro campioni. Il fatto è che i serbi, vilipesi, «colpevoli di tutto», umiliati con una guerra di bombardamenti aerei della Nato definita bellamente «umanitaria», privati ora del Kosovo, culla della loro identità, cultura e religione, non si identificano assolutamente con questi provocatori. Vogliono speranze, vogliono entrare in Europa senza essere privati di un quarto del loro territorio, senza essere costretti a riconoscerne la sporca secessione unilaterale, vogliono lavorare e aspirano ad interventi internazionali per i quali sono disposti ad investire come con la Fiat a Kragujevac, che ne approfitta e grida al miracolo. Vogliono rispetto. Ma ricevono solo calci in faccia e promesse. Il governo di Belgrado e la presidenza Tadic non sono mai stati così deboli agli occhi della loro opinione pubblica, grazie ai no che gli Usa e l’Ue hanno ripetuto e che Hillary Clinton andrà a riproporre in queste ore ad un popolo sconfitto. C’è un clima pesante, di scontento e rabbia. Questo sì destabilizzante e davvero esplosivo. Altro che Ivan il Terribile.

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