Malmenata mentre protestava davanti al carcere di Grasse. Rilasciata dopo alcune ore. Aveva srotolato uno striscione con su scritto: assassini. Buttata a terra dagli agenti
Malmenata mentre protestava davanti al carcere di Grasse. Rilasciata dopo alcune ore. Aveva srotolato uno striscione con su scritto: assassini. Buttata a terra dagli agenti
NIZZA – «L´hanno ucciso due volte mio figlio: la prima in carcere e poi ora lasciando che il suo corpo si rovinasse» dice con un soffio di voce Cira Antignano, la madre di Daniele Franceschi, misteriosamente morto a 36 anni il 25 agosto scorso in una cella del carcere di Grasse. É il primo pomeriggio di ieri e Cira è stata appena rilasciata dalla polizia. Erano le 11 quando insieme alla cugina Grazia Biagini che da sempre la sostiene in questa battaglia contro la magistratura francese si è presentata davanti al carcere dove è morto il figlio. Partite lunedì da Viareggio per organizzare il rientro della salma di Davide in Italia dopo che i medici legali avevano terminato gli esami necroscopici, martedì mattina le due donne all´ospedale Pasteur hanno scoperto che, contrariamente a quanto avevano assicurato le autorità francesi, il corpo del ragazzo non era stato ibernato. «Cira voleva vedere il figlio ancora una volta – spiega l´avvocato Maria Grazia Menozzi che assiste la famiglia Franceschi – all´ospedale le hanno risposto che era meglio non farlo in quanto sul cadavere c´erano i primi segni della decomposizione. La magistratura francese aveva ordinato la conservazione del corpo. Il medico legale del consolato, Lorenzo Varetto, aveva consigliato infatti una temperatura a meno venticinque gradi. Il commissariato però ha “dimenticato” di trasmettere l´ordine all´ospedale… ».
Ieri mattina Cira e Grazia, inorridite per quanto avevano appreso al Pasteur, si sono presentate davanti al carcere di Grasse. La madre di Daniele, arrestato in febbraio per una truffa con carte di credito rubate e mai processato da allora, ha srotolato uno striscione su cui avevano scritto a caratteri cubitali, in italiano e in francese: «Assassins». Per il direttore del carcere che è sotto inchiesta per la morte di Daniele Franceschi quello striscione è stata un´ingiuria intollerabile. «Ha subito telefonato al commissariato e chiesto l´intervento della polizia» spiega il console generale italiano a Nizza Agostino Chiesa Alciator. Gli agenti hanno arrestato entrambe. Grazia Biagini però è stata rilasciata dopo pochi minuti e spiega: «Era Cira che aveva lo striscione». Cira invece è stata gettata a terra e ammanettata. Più tardi il dottor Philippe Giraldi, visitandola, le ha rilevato la sospetta frattura di alcune costole. Appresa la notizia il console Alciator ha immediatamente telefonato al commissariato di Grasse e in meno di mezz´ora è riuscito a far liberare la donna che ha poi ospitato in consolato. Nel frattempo ha anche organizzato il rientro della salma di Daniele che sarà riportato in Italia questa mattina da un aereo dell´aereonatica militare e messo a disposizione della Procura di Lucca che ha aperto un fascicolo sulla vicenda. A dicembre i francesi dovrebbe render noti i risultati dell´autopsia. Nel frattempo due ex detenuti che ad agosto erano nella cella accanto a quella di Daniele hanno scritto al console italiano raccontando che il giovane già al mattino aveva accusato strani malori ma che dopo una rapida visita era stato rispedito in cella. Nel pomeriggio era stato male. «Lo hanno soccorso i custodi – hanno spiegato i due ex detenuti – cercando di salvarlo con un defibrillatore ma non erano capaci di usarlo…».
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